Rombo di motori, macchine che sfrecciano, ogni tanto un clacson e qualche insulto gridato da un finestrino aperto.
Poi i passi di una folla, i chiacchiericci, le urla dei barcaioli. Di nuovo rumore ma stavolta del motore di una barca, di acqua che schizza. Poi, finalmente, solo il suono dei miei passi.
Un viaggio si può raccontare in molti modi; si può parlare di ciò che si è visto, delle persone incontrate, delle emozioni provate o dei rumori sentiti. È in quest’ultimo modo che ho deciso di raccontarvi il mio piccolo viaggio, quello che dai bricchi del Varesotto mi ha portato sino alla città della laguna: Venezia.
Sono stata inviata dalla redazione di “Aleph & other Tales” per parlare di un altro viaggio, uno molto più lungo delle mie cinque ore di macchina più una di battello: sto parlando del viaggio intorno al mondo di Giovanni Soldini, raccontato nel film Around The Blue. In particolare, ho partecipato alla conferenza in cui il film è stato presentato tenutasi nell’ambito del Festival del Cinema di Venezia 2024.
Un “diario di bordo online” dove condividere il giro del mondo lungo oltre 44 miglia nelle principali aree marine del Pianeta realizzato dal navigatore, tra i pochissimi esseri umani a compiere un simile viaggio, con l’obiettivo di testimoniare in prima persona lo stato di salute del mare e per lanciare l’allarme sugli effetti della crisi ambientale e dei cambiamenti climatici.
L’evento del 6 settembre prevedeva un incontro a più voci, “Brand come autori – Sulla via del mare per il pianeta”, sul tema del mare e dell’emergenza climatica con la partecipazione di Giovanni Soldini ed esperti del settore. Per l’occasione, sono stati mostrati in anteprima alcuni contenuti video inediti che arricchiranno la piattaforma, tra cui diverse testimonianze di scienziati e attivisti raccolte da Giovanni Soldini nel corso del suo viaggio intorno al mondo lungo 16 mesi e montate in versione cinematografica.
Sono intervenuti: Giovanni Soldini, navigatore; Annalisa Bracco, CoDirettrice del Programma di Dottorato in Scienza e Ingegneria dell’Oceano a Georgia Tech e membro del comitato scientifico di aroundtheblue.org; Antonello Provenzale, Direttore dell’Istituto di Geoscienze e Georisorse del CNR e membro del comitato scientifico di aroundtheblue.org; Andrea Morello, Presidente di Sea Shepherd Italy, associazione già “salita a bordo” del progetto aroundtheblue.org; Anna Vitiello, Direttore Scientifico OBE – Osservatorio Brand Entertainment; Giorgio Gosetti, Delegato Generale Giornate degli Autori; Giovanni Cova, Presidente di QMI; Leonardo Godano, Produttore di Groenlandia.
Presentiamo questo mito: Giovanni Soldini è nato il 16 maggio 1966 a Milano, che per ironia della sorte è quanto più lontana dal mare. Si è presto distanziato dall’asciutto milanese per inseguire i suoi sogni fatti di legno, tela ed acqua salata diventando uno dei velisti migliori del mondo. Nel corso della sua vita ha collezionato innumerevoli premi e riconoscimenti e ha fatto diverse volte il giro del mondo. Molti lo ricordano per aver salvato la velista Isabelle Autissier durante l’edizione della gara Around Alone tenutasi nel 2008, arrivando persino primo.
In poche parole, una leggenda! E anche un uomo molto simpatico e cordiale, come ho potuto io stessa constatare quando a Venezia l’ho avvicinato chiedendogli: “Ma tu sei Giovanni Soldini… QUELLO VERO?”. Ebbene sì, era quello vero e con mia grandissima gioia ci siamo fatti anche una foto insieme!
L’incontro è stato organizzato come un talk “impreziosito” dal teaser del film, riprodotto all’inizio dell’evento. Oltre a Soldini sono intervenuti anche altri esperti il cui contributo è stato rilevante nella produzione del film.
Sì, perché l’intero film ruota attorno al tema della disastrosa condizione in cui versano i mari del nostro pianeta, imbruttito dai rifiuti, impoverito dalla pesca illegale, martoriato dal cambiamento climatico.
È una situazione che può generare sconforto, ma questo film è diverso: non racconta solo la catastrofe ma si concentra sulle azioni delle persone che stanno cercando soluzioni al problema. Scienziate e scienziati, pescatori, attivisti ma anche persone comuni come me e voi che dedicano parte della loro vita alla salvaguardia del pianeta e che fanno sì che il mondo rimanga una casa accogliente per tutte le forme di vita che lo abitano o che lo abiteranno in futuro.
Una produzione enorme e complicatissima da realizzare come sottolinea Leonardo Godano, produttore di Groenlandia, per via della quantità di interviste raccolte ma soprattutto per via di quanto sia difficile realizzare un progetto del genere viaggiando su una barca a vela. Chiunque sia stato su una barca, compresa la sottoscritta, lo può capire. Gli spazi sono risicati, non è certo come girare The Crown a Buckingham Palace!
Durante il film vengono mostrate diverse località marittime in giro per il mondo delle quali viene messa in luce una particolare problematica ambientale, successivamente vengono intervistate le persone che stanno lavorando per “aggiustare” la situazione, molto spesso scienziate e scienziati.
Le persone coinvolte sono molto capaci, appassionate e sensibili emotivamente nella loro ricerca ma allo stesso tempo sono in grado di usare la razionalità come strumento di lavoro, ha sottolineato Antonello Provenzale, Direttore dell’Istituto di Geoscienze e Georisorse del CNR e membro del comitato scientifico di aroundtheblue.org.
Come discusso da Bracco, Provenzale, e Andrea Morello, Presidente di Sea Shepherd Italy, associazione già “salita a bordo” del progetto aroundtheblue.org, il problema non è lo stesso per tutti i mari del nostro pianeta. A parte il cambiamento climatico, infatti, a seconda della zona che consideriamo bisogna analizzare un fenomeno in particolare. Il mare non è omogeneo e le persone che vi abitano attorno non sono tutte uguali, di questo bisogna tener conto quando si cercano soluzioni. Durante la conferenza si sono messi in luce due aspetti: l’inquinamento da plastica e la pesca illegale che, come sostiene Morello, sono strettamente collegati. Nel Mediterraneo, per esempio, fino al 90% dei rifiuti plastici derivano dal settore della pesca.
Un altro problema enorme è quello legato allo sbiancamento dei coralli, dovuto principalmente all’innalzamento delle temperature e all’acidificazione delle acque. Anche questa tematica viene discussa nel film ma se volete saperne di più vi consiglio di leggere il mio articolo dedicato proprio a questo e ad altri scienziati che cercano di cambiare le cose grazie al progetto Map The Giants.
Cosa posso dirvi di più? Per me è stata un’esperienza indimenticabile. Non solo ho conosciuto il “dietro le quinte” di questo nuovo film, ma ho anche conosciuto persone che sono un po’ come me.
L’appello degli speaker presenti all’evento è rivolto ai governi di tutto il mondo: dal basso possiamo far capire il bisogno di agire, dare delle idee e cercare noi stessi di aiutare ma è importantissimo che chi si trova in posizioni di potere spinga affinché vengano emanate leggi che possano realmente difendere l’ambiente e non solo gli interessi economici.
Finita la conferenza ho salutato tutte le mie nuove conoscenze e sono ripartita per il mio piccolo viaggio, stavolta però nella direzione contraria. Come vi dicevo prima ci sono tanti modi per raccontare un viaggio, e come vi racconterò il mio ritorno?
Vi darò a parole la mia “fotografia” mentre ero sul battello di ritorno: in mano lo zaino, il corpo sudato e stanco e in viso un solo, grande, enorme sorriso. C’è speranza.