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Quanto è antico l’utilizzo del legno come materiale da costruzione?

Il ritrovamento di una struttura in legno sagomato in Africa offre preziose informazioni sulla storia delle prime società umane, evidenziando il ruolo della tecnologia nel loro sviluppo.

Il legno è un materiale versatile che ancora oggi viene utilizzato per gli usi più disparati e sicuramente anche l’uomo della preistoria ne faceva largo uso, sia per la costruzione di manufatti e armi, che per costruire ripari.

Raramente però gli oggetti di legno antichi sopravvivono fino ai nostri tempi, poiché richiedono condizioni eccezionali per non deteriorarsi, come estrema aridità o siti impregnati d’acqua privi di ossigeno.

Per il periodo pleistocenico, tra circa 2,6 milioni e 11600 anni fa, questo è particolarmente vero.

A volte ci arrivano le tracce lasciate nel terreno da pali, o i resti carbonizzati di utensili o suppellettili, ma comunque le informazioni che abbiamo sono estremamente limitate.

Dal Pleistocene medio (da circa 774.000 a 129.000 anni fa), sono stati rinvenuti  strumenti come lance complete in siti eurasiatici, tra cui Clacton-on-Sea, nel Regno Unito, risalenti a circa 400.000 anni fa e a Schöningen in Germania risalenti a circa 300.000 anni fa.

Il più antico manufatto in legno conosciuto è un frammento di tavola levigata proveniente dal sito Acheuleano di Gesher Benot Ya’aqov, Palestina, datato almeno 780000 anni fa.

Ma finora le tracce di legno impiegato come materiale da costruzione erano decisamente recenti, ossia in epoca neolitica: circa 9000 anni fa.

In un articolo dell’autunno scorso pubblicato su Nature, le ricercatrici e i ricercatori presentano le loro scoperte rivoluzionarie: si tratta di resti di legno modificato dalle cascate Kalambo in Zambia, tra cui il primo esempio conosciuto di struttura in legno realizzata da un ominide, nonché una collezione di strumenti in legno.

Le cascate Kalambo, un sito risalente al Pleistocene medio, furono esplorate per la prima volta negli anni ’50 e ’60. I più antichi strati di questi primi scavi hanno rivelato alcuni resti di legno. Tuttavia, nonostante le dimensioni e la forma suggerissero che potessero essere strumenti, i segni chiari di fabbricazione e utilizzo erano stati cancellati, probabilmente dall’azione del fiume. Di conseguenza, sebbene il sito fosse conosciuto per la presenza potenziale di strumenti in legno, poco altro si poteva dedurre riguardo al loro impiego.

Grazie a scavi recenti nei depositi impregnati d’acqua di Kalambo Falls, datati mediante luminescenza, gli scienziati hanno rinvenuto resti di legno modificato appartenenti ad almeno due distinti periodi di occupazione a parte degli ominidi.

a, elemento strutturale BLB5 (oggetto 1033). b, BLB3 ‘cuneo’ (oggetto 660). c, BLB2 “bastone da scavo” (oggetto 219). d, tronco tagliato BLB4. e, BLB4, pezzo rastremato con singolo segno di taglio. Barre della scala, 10 cm.

Nella fase più antica, risalente a circa 476000 anni fa (ricordiamo che la nascita di Homo sapiens risale a circa 300000 anni fa), gli autori hanno descritto evidenze dell’uso del legno per creare una struttura composta da due tronchi incastrati tra loro, dove il tronco superiore veniva lavorato per adattarsi al tronco sottostante. Questa costruzione non ha paralleli conosciuti nel Paleolitico africano o eurasiatico.

«Quando l’ho visto per la prima volta, ho pensato che non potesse essere reale. Il legno e la pietra suggeriscono un alto livello di ingegno, abilità tecnologica e pianificazione» ha affermato il professor Larry Barham, del Dipartimento di Archeologia, Studi Classici ed Egittologia dell’Università di Liverpool che guida il progetto di ricerca “Le Radici Profonde dell’Umanità”. «Potrebbe essere parte di una passerella o parte delle fondamenta di una piattaforma.»

La struttura potrebbe essere opera dell’Homo heidelbergensis, un predecessore degli esseri umani moderni che viveva nella regione.

Larry Barham ha inoltre dichiarato: «Questa scoperta ha cambiato il mio modo di pensare ai nostri antenati più antichi.

Dimenticate l’etichetta ‘Età della Pietra’, guardate cosa stavano facendo queste persone: hanno creato qualcosa di nuovo e di grande, usando la legna.

Hanno usato la loro intelligenza, immaginazione e abilità per creare qualcosa che non avevano mai visto prima, qualcosa che non era mai esistito prima.

Hanno trasformato il loro ambiente per rendere la vita più facile, anche se fosse solo creando una piattaforma per sedersi vicino al fiume e svolgere i loro compiti quotidiani. Queste persone erano più simili a noi di quanto pensassimo». 

La seconda fase, datata tra 390.000 e 324.000 anni fa, ha fornito prove di manufatti in legno più piccoli, tra cui un cuneo, un bastone da scavo, un tronco tagliato e un ramo dentellato.

I reperti mostrano un’inaspettata diversità di forme e la capacità di modellare i tronchi degli alberi in grandi strutture combinate.

Il legno reca segni di taglio che mostrano come probabilmente siano stati usati a questo scopo strumenti di pietra. Successivamente i pezzi sono stati uniti, probabilmente per realizzare una piattaforma rialzata rispetto all’acqua delle cascate, oppure una passerella, o ancora una vera e propria struttura abitativa. Non possiamo saperlo con certezza, ma questa scoperta rivoluziona il nostro modo di guardare alle specie precedenti alla nostra.

La struttura in legno scoperta, infatti, precede l’evoluzione di Homo sapiens potenzialmente di oltre 120.000 anni e quindi, questi nuovi dati non solo estendono la fascia di età della lavorazione del legno in Africa, ma espandono la nostra comprensione della cognizione tecnica dei primi ominidi, costringendo a riesaminare l’uso del legno nella storia della tecnologia umana.

È infatti evidente che questi ominidi fossero in grado di trasformare l’ambiente circostante per rendere la loro vita più agevole e più facile. Non erano quindi poi tanto diversi da noi, sia nelle esigenze che nelle abilità manuali e tecniche.

Il legno rimane una risorsa fondamentale anche oggi nel mondo contemporaneo e, sebbene alcune specie arboree siano ormai diventate rare, il legno può essere una risorsa sostenibile, se ben gestito. La sua importanza nelle società moderne, sia per costruzioni che per strumenti, si scontra con la scarsità dei suoi reperti risalenti al passato e la nostra comprensione sul suo utilizzo è inevitabilmente limitata dalla qualità e quantità della documentazione archeologica, con la stragrande maggioranza della cultura materiale antica in legno che rimane puramente nel regno dell’ipotesi e della speculazione.

Studi come questo sono quindi fondamentali, in quanto mettono in luce il ruolo di questo materiale nella storia umana e, contemporaneamente, rivelano che l’umanità ha iniziato ad alterare strutturalmente il pianeta a proprio vantaggio molto prima di quanto pensassimo.

Fonti:
– Barham, L., Duller, G.A.T., Candy, I. et al. Evidence for the earliest structural use of wood at least 476,000 years ago. Nature 622, 107–111 (2023).
– Thieme, H. Lower Palaeolithic hunting spears from Germany. Nature 385, 807–810 (1997).


Cover Foto di Daniel Soderman su Unsplash.

Alice Mosconi
Conservation Scientist e Paleoantropologa molecolare, da Firenze vola a Berlino per l’Erasmus. Qui lascia i banconi e i camici di laboratorio per seguire la sua grande passione: la divulgazione scientifica. Muove i primi passi in questo campo con il lockdown 2020, dedicando la sua pagina Instagram a post e storie esplicativi su evoluzione e materiali per le opere d’arte, poi inizia a collaborare con associazioni e riviste scientifiche, convinta che la conoscenza è utile solo se condivisa.

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