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L’esercito della Costa Rica

Quando sono andata a fare quella che si è rivelata essere una delle esperienze più magiche che io abbia provato in Costa Rica, non sapevo che questo Paese non avesse un esercito. Cioè, da una parte non si pensa nemmeno che i costaricensi possano indossare altro se non infradito e pantaloncini corti, però dall’altra parte si dà per assodato che anche la Costa Rica, come qualsiasi altro Paese, abbia un esercito. 

Invece no, ancora una volta questo Paese insegna e stupisce.

In una gita in kayak la guida ci ha illustrato il significato della bandiera costaricense fatta da cinque strisce orizzontali blu, rosse e bianche.

Alle due estremità il blu rappresenta il cielo e i due oceani che bagnano il Paese, il rosso rappresenta il sangue versato dalla popolazione indigena, ma anche il calore e la generosità del popolo costaricense. Infine, il bianco rappresenta proprio il fatto che la Costa Rica sia un paese pacifico senza un esercito militare.                                       

O meglio, la Costa Rica non ha il classico esercito che ci si può immaginare, ma in realtà riconosce la presenza di un esercito… Questo esercito sono le formiche tagliafoglie

È impossibile non imbattersi in queste lunghe e organizzate strisce verdi che a primo impatto non si riesce bene a capire cosa siano.

Eppure, avvicinandosi meglio si scopre cosa si cela in realtà sotto quei piccoli pezzetti di foglia tagliati scrupolosamente: formiche, tante formiche che seguono un tracciato preciso. 

La meraviglia è che questi insetti sono protetti in Costa Rica così come tutte le specie di animali. Per cui, data la grande abbondanza, costituiscono proprio l’esercito costaricense

Queste formiche hanno compiti ben specializzati in base alla loro dimensione: quelle più grandi tagliano lo stelo mentre quelle più piccole masticano le foglie. Tutte le portano alla colonia in cui serviranno per coltivare un fungo che è l’unico cibo di cui questa specie di formiche si ciba. Nella lunga striscia verde però vi sono anche le formiche “esercito” che sono proprio quelle specializzate nel proteggere le altre super indaffarate a reggere questa vela verde ovviamente molto più grande di loro. 

Nonostante un nido possa ospitare più di 8 milioni di formiche, è comunque impressionante pensate che queste riescano a triturare ogni giorno una massa di foglie pari a quella consumata da un bovino adulto.

Per aumentare ancora di più il fascino dietro a queste strisce verdi, bisogna sapere che masticando le foglie queste formiche sanno se sono tossiche o meno. Quando scelgono l’albero in cui arrampicarsi per raggiungere il fogliame, prima di tutto “assaggiano” la foglia per capire se può essere trasportata nella loro colonia. Insomma, tutti quei km devono valerne la pena! 

Dall’altra parte però, quando l’albero percepisce la presenza di queste formiche che iniziano a tagliuzzare le sue foglie, è in grado di scernere delle tossine che fanno sì che una volta in contatto con la loro bocca, paralizzino queste formiche e le facciano cadere dall’albero. Ovviamente poi, comunicando tra di loro attraverso ferormoni che non sono altro che segnali chimici per trasmettere informazioni, capiscono che quell’albero non può più essere utilizzato e cambiano preda.

Proprio grazie ai ferormoni, riescono anche a tracciare il percorso segnalando ostacoli o pericoli; nel caso una formica riuscisse a trovare un nuovo percorso più semplice e sicuro, lascia una nuova traccia. 

Non è semplice comprendere l’efficacia e la potenza dell’opera di questi piccoli insetti che spesso sottovalutiamo. Anche l’anatomia, il loro ciclo vitale, la specializzazione all’interno della loro società fanno comprendere come siano state create perfettamente in modo da rispecchiare il ruolo biologico che svolgono.

Cover Foto di Frank Eiffert su Unsplash.

Valentina Pin
Valentina Pin ha deciso di intraprendere un percorso di studi completamente diverso da quello che la sua professoressa delle superiori la incitava a fare, senza sapere bene dove l'avrebbe portata. Con il cuore pieno, ogni giorno più motivata e appassionata al mondo animale, è prossima alla laurea in “Animal Care, tutela del benessere animale” presso l’Università di Padova. Prova attrazione per specie esotiche, per gli occhi espressivi che sostituiscono il linguaggio, per i comportamenti bizzarri che appaiono senza senso, per l’etica animale e soprattutto per i leoni. Guardando negli occhi Chanel, il suo cane, ha capito quale fosse la sua strada. Eppure, si è anche sempre immaginata con una penna in mano a raccontare e divulgare meraviglie naturali; infatti, nel futuro continuerà a studiare per riuscire a intrecciare mondo giornalistico e animale. Sogna un giorno di viaggiare, di viaggiare molto, per salvare e aiutare numerose specie e il loro habitat, ma anche per salvare se stessa.

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