Lo scorso 8 aprile abbiamo assistito (anche se noi in Italia solo attraverso uno schermo) ad uno straordinario fenomeno astronomico: l’eclissi totale di Sole. In pochi minuti si è passati dal giorno alla notte. Per la nostra specie un evento del genere viene previsto e comunicato alla popolazione con anticipo, ma come reagiscono altre specie animali a questo fenomeno?
Se andiamo indietro nel tempo, in alcune descrizioni delle eclissi del passato vengono citate anche altre specie e i loro “strani” comportamenti proprio durante l’evento. Oltre a singoli racconti aneddotici, c’è anche un’interessante raccolta relativa al comportamento di diverse specie animali durante l’eclissi del 31 agosto 1932, effettuata dall’entomologo americano William M. Wheeler.
La frequenza di questi fenomeni e la possibilità di vederli solo in determinate aree sono fattori che insieme rendono più difficile l’analisi del comportamento animale mentre la luna oscura il sole. Negli anni, però, alcuni ricercatori e alcune ricercatrici hanno provato a fare delle osservazioni etologiche sugli animali, includendo negli studi mammiferi ma anche uccelli, rettili e insetti
Un luogo in cui fare questo tipo di analisi durante le eclissi, contemporaneamente su più specie animali, sono i bioparchi. Qui specie molto diverse tra loro si trovano nella stessa area geografica dell’eclissi, ciò non accadrebbe se le stesse specie si studiassero nei loro ecosistemi naturali.
In una ricerca pubblicata nel 2020, sono state analizzate le risposte comportamentali di 17 specie di vertebrati ospitati presso il “Riverbanks Zoo and Garden” in Columbia (South Carolina) prima, durante e dopo l’eclissi solare del 21 agosto 2017.
Riuscire ad effettuare delle osservazioni sia prima che dopo l’evento consente di evidenziare eventuali variazioni nel comportamento degli animali e avere un parametro oggettivo di analisi. Questo è un elemento importante per capire, per esempio, se il comportamento che stiamo osservando durante l’eclissi era già comune e manifestato in modo frequente anche prima del fenomeno astronomico, oppure se, al contrario, era stato proprio quest’ultimo ad influenzare la risposta degli animali.
In accordo con quanto era già stato evidenziato in precedenza, l’altra tipologia di comportamenti erano quelli associati ad ansia. Quest’ultimi sono stati documentati con maggiore frequenza in: babbuini, giraffe, fenicotteri, gorilla e lorichetti. Per esempio, nel caso dei babbuini durante il raggiungimento dell’oscurità totale, gli animali hanno iniziato a correre nel recinto e ad aumentare i livelli di vigilanza. Invece, nel caso delle giraffe sono stati osservati anche comportamenti stereotipati, tra cui oscillare con il corpo, in modo ripetuto e continuo. Per comportamenti stereotipati si intendono comportamenti ripetuti senza un particolare fine che sottolineano uno stato di ansia e/o stress nei soggetti che li manifestano.
Trattandosi di animali ospitati all’interno di un contesto controllato è importante tenere in considerazione che l’agitazione delle persone al momento dell’eclissi può aver influenzato il loro comportamento. Una simile influenza potrebbe spiegare anche la variazione del comportamento degli animali domestici in queste occasioni.
Oltre agli aspetti legata alla vita in un contesto controllato, bisogna considerare che specie diverse hanno ritmi circadiani differenti e, dunque, un animale diurno non reagirà alla variazione di luce come un animale notturno o crepuscolare.
L’analisi condotta nello zoo della Columbia, secondo quanto comunicato da ricercatori e ricercatrici, è stata ripetuta durante l’ultima eclissi ma questa volta, in relazione alla differente area in cui è stato visibile il fenomeno, gli animali osservati erano ospitati presso lo zoo di Fort Worth in Texas.
Un ulteriore aspetto interessante della ricerca etologica in queste occasioni riguarda i progetti di citizen science, in cui i cittadini sono invitati a partecipare ad uno studio sul comportamento animale attraverso le loro osservazioni. Sul sito di un progetto nato proprio in occasione dell’8 aprile 2024, chiamato “Solar Eclipse Safari”, i partecipanti dovevano imparare, attraverso dei video formativi, in che modo osservare gli animali, quali comportamenti trascrivere e come riportare gli eventuali cambiamenti documentati.
Grazie a questo tipo di raccolte dati effettuate anche con il contributo dei cittadini è possibile ottenere un numero elevato di osservazioni per comprendere e studiare più nel dettaglio l’associazione tra eclissi e comportamento animale. In questo modo si riescono ad includere nell’analisi diverse specie di animali domestici, dai cani ai gatti fino a capre, vacche e cavalli.
Anche la NASA ha fondato un progetto chiamato “Eclipse Soundscapes” con l’obiettivo di riproporre quanto era stato effettuato nel 1932, l’indagine di cui abbiamo parlato all’inizio. Anche in quel caso, infatti, era stata coinvolta la cittadinanza nel riportare quanto le persone avevano osservato negli animali durante l’eclissi.
Per questo progetto della NASA sono stati raccolti dati già nel 2023, durante un’eclissi anulare di Sole (quindi non totale). A quest’osservazioni si aggiungono quelle più recenti relative all’eclissi dello scorso aprile. Secondo quanto riportato dal sito web del progetto hanno partecipato 3.425 persone che si trovavano nelle zone in cui era visibile il fenomeno e sono state raccolte 3.373 osservazioni, nelle quali sono incluse registrazioni ambientali per valutare anche le vocalizzazioni degli animali.
Riproporre questo progetto dopo più di 90 anni e farlo attraverso nuove tecnologie e possibilità di connessione tra le persone potrà contribuire, una volta che verranno elaborati i dati, ad aggiungere un tassello allo studio del comportamento animale e alla conoscenza della relazione tra ciò che accade nel cielo e le conseguenze su tutti gli abitanti della Terra.