La disfunzione sessuale femminile è un problema complesso e diffuso, che merita maggiore attenzione medica e sociale per migliorare la qualità della vita delle donne.
Anche se le disfunzioni sessuali maschili restano spesso un tabù, quelle femminili sono state a lungo ignorate, ricevendo ancora meno attenzione sia in ambito medico che sociale. Eppure, la disfunzione sessuale femminile rappresenta un problema diffuso e complesso, che interessa ben il 43% delle donne in Italia e compromette in modo significativo la qualità della vita. Disturbi come il calo del desiderio, le difficoltà nell’eccitazione, la mancanza di orgasmo e il dolore durante i rapporti sono spesso legati a cause multifattoriali, che includono aspetti fisici, psicologici e sociali. Questo ritardo nell’affrontare il tema ha perpetuato un vuoto sia nella ricerca che nell’accesso a trattamenti adeguati, contribuendo a un ulteriore stigma verso la sessualità femminile.
Oggi, però, la scienza sta finalmente iniziando a riconoscere la complessità di questi disturbi e l’importanza di considerarli una componente essenziale della salute e del benessere femminile.
Disfunzioni sessuali femminili: conosciamole meglio
Le disfunzioni sessuali femminili comprendono una gamma di disturbi che, generalmente, sono dovute a cause multifattoriali e possono riguardare la risposta sessuale, il desiderio, l’orgasmo o il dolore durante il rapporto. La risposta sessuale, infatti, è un fenomeno complesso che coinvolge il funzionamento del corpo, i sentimenti, le esperienze di vita, le credenze, lo stile di vita e la relazione con il partner. Queste disfunzioni includono il disturbo del desiderio/interesse sessuale, il disturbo orgasmico femminile e il disturbo del dolore genito-pelvico e della penetrazione, che unisce le diagnosi spesso sovrapposte di vaginismo e dispareunia. La disfunzione sessuale femminile può manifestarsi a qualsiasi età e può presentarsi in modo occasionale o costante durante i rapporti.
I fattori che contribuiscono alle disfunzioni sessuali femminili, come detto, sono molteplici e possono includere condizioni mediche (come cancro, diabete, insufficienza renale, sclerosi multipla, malattie cardiache e problemi alla vescica), fattori ormonali (ad esempio, durante la menopausa livelli più bassi di estrogeni possono causare cambiamenti nei tessuti genitali e nella risposta sessuale portando a dolore durante i rapporti, noti come dispareunia) e, infine, fattori psicologici (ansia o depressione non trattate possono causare o aggravare le disfunzioni sessuali, così come lo stress cronico o una storia di abusi sessuali). Problemi nella relazione con il partner, questioni culturali o religiose e difficoltà legate all’immagine corporea possono, anch’essi, influire negativamente sulla vita sessuale.
Cosa fare? Dalla diagnosi al trattamento
Per affrontare le disfunzioni sessuali, il primo passo è quello di rivolgersi a un professionista che possa diagnosticare la presenza di una condizione specifica e, quindi, aiutare a capire come agire a livello terapeutico.
Durante la visita, è importante che il professionista chieda informazioni sulla storia sessuale e medica e anche sull’identità di genere.
È, poi, necessario eseguire un esame pelvico per verificare eventuali cambiamenti fisici che possono influire sul piacere sessuale. L’intervento medico dovrebbe anche essere affiancato all’attività di un consulente o un terapista specializzato in problemi sessuali.
Poiché i sintomi e le cause della disfunzione sessuale femminile possono essere molteplici, anche i trattamenti variano. Di solito, un approccio combinato che affronta aspetti medici, relazionali ed emotivi risulta il più efficace. Per questo, è importante consultare un medico per una terapia farmacologica, quando necessaria, e uno psicologo/sessuologo che possa insegnare a conoscere meglio il proprio corpo e ad esplorare eventuali problemi emotivi.
Tra gli approcci non farmacologici, rientrano la meditazione e lo yoga, che aiutano il rilassamento, l’uso di lubrificanti e idratanti vaginali e l’uso di strumenti come i vibratori, per esercitare i muscoli del pavimento pelvico. Inoltre, mantenere un’attività sessuale regolare, individualmente o con il partner, può ridurre il disagio aumentando il flusso sanguigno alla vagina.
Non sei l’unica persona che affronta questa situazione
Le disfunzioni sessuali possono far sentire come se si fosse l’unica persona a dover affrontare problemi di questo tipo, in un mondo ipersessualizzato, in cui se non si performa anche nell’intimità non ci si sente accettati.
Si può avere paura di non trovare un partner che possa capire e che sia aperto ad esplorare anche nuove forme di sessualità, al di là dell’atto penetrativo. La realtà ci dice che, in realtà, moltissime donne si trovano a fare i conti con problemi nella sfera sessuale (basti guardare il dato all’inizio dell’articolo, il 43% solo in Italia). Perciò, è fondamentale imparare a parlare ed ascoltare.
Nessuno dovrebbe sentirsi isolato o incompreso di fronte a queste difficoltà e ogni donna ha il diritto di vivere una sessualità piena e appagante. Grazie ai progressi nella conoscenza di queste condizioni e alla crescente sensibilizzazione, oggi sono disponibili strumenti e risorse per affrontare queste problematiche, migliorando la qualità della vita di chi ne soffre.