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Come fanno gli uccelli a volare?

Ma come fanno gli uccelli a volare? Anni e anni di evoluzione in cui la loro anatomia è stata scolpita donandogli quel superpotere che a noi esseri umani non è stato concesso.       

Le ossa vuote degli uccelli 

Come ben si sa, gli uccelli posseggono le ali che strutturalmente sono simili alle nostre braccia, ma anche se sono l’elemento più affascinante che ammiriamo con il naso all’insù quando li osserviamo planare nel cielo, vi sono molte altre accortezze che permettono a questi animali di volare. 

Per prima cosa, le ossa degli uccelli sono vuote; all’interno vi sono varie cavità piene d’aria che le rendono sostanzialmente più leggere. Ecco il primo motivo per il quale non prenderemo mai il volo, anche sbattendo velocissimamente le braccia.

Proprio per questo, le loro ossa sono molto più fragili, ma al tempo stesso molto rigide per sostenere il peso dei grandi e potenti muscoli come quelli pettorali presenti all’altezza dello sterno.

Queste pompe energetiche sono innervate da numerosi vasi sanguigni che gli permettono di rimanere sempre ossigenate, soprattutto durante le faticosissime traversate oceaniche, nel caso di uccelli migratori. Infatti, oltre ai polmoni, presentano delle camere d’aria in cui l’ossigeno viene intrappolato riducendo al minimo la quantità espirata. Ecco che, dal punto di vista respiratorio, i volatili si possono immaginare come un pallone pieno di aria; in questo modo, la densità del corpo è ridotta.

L’efficientissimo apparato digerente degli uccelli 

Oltre all’ossigeno necessitano molta energia concessa da un efficientissimo apparato digerente che riesce ad estrarre i nutrimenti dal cibo in modo rapido. Hanno un tasso metabolico molto elevato, soprattutto nelle specie più piccole. Per esempio, un colibrì ha un tasso metabolico dodici volte superiore a quello di un piccione.  

Le piume danno aerodinamicità 

Un’altra caratteristica banale ma sostanziale è la presenza delle penne, una modificazione non tanto della pelle, ma dei capelli, che rendono le superfici che ricoprono semi-rigide e leggere per il volo; sotto le penne ci sono le piume che sono più corte e flessibili e servono principalmente per proteggere l’animale dal freddo. Possono essere più o meno spesse e proprio questo condiziona la potenza di propulsione.

Le piume danno aerodinamicità e un buon piumaggio è essenziale all’animale. Nel controllo medico che viene sempre fatto prima di un rilascio in natura di un uccello tenuto in cattività, si verifica la presenza e l’integrità di tutte le penne, e se ne manca qualcuna, si tende ad optare per il trapianto.             

Perché gli uccelli sono ovipari?

Il loro apparato riproduttore si è sviluppato ed evoluto in linea per diminuire il più possibile il loro peso; infatti, le uova eliminano i chili che darebbe la crescita di un embrione all’interno del corpo. 

Ulteriori adattamenti fisiologici che permettono il volo 

Vi sono ancora molti altri adattamenti fisiologici che li rendono il miglior jet mai creato: la coda che permette i cambi di direzione durante il volo, la presenza di un becco rigido e forte che sostituisce i denti limitando notevolmente il loro peso.

Ed ancora, la loro capacità di accumulare grasso in sedi specializzate come nella ghiandola uropigio alla base della coda che fa sì che questi animali non vadano incontro al sovrappeso, la vista estremamente specializzata e con un’eccezionale percezione dei colori. Infatti, gli uccelli vedono una gamma di colori superiore rispetto a quella che vediamo noi. 

Date tutte queste caratteristiche differenti rispetto a noi terrestri, questi animali volanti hanno una percezione della vita completamente diversa: noi con i piedi per terra, loro con le penne al vento.


Cover Foto di Dave Solce su Unsplash.

Valentina Pin
Valentina Pin ha deciso di intraprendere un percorso di studi completamente diverso da quello che la sua professoressa delle superiori la incitava a fare, senza sapere bene dove l'avrebbe portata. Con il cuore pieno, ogni giorno più motivata e appassionata al mondo animale, è prossima alla laurea in “Animal Care, tutela del benessere animale” presso l’Università di Padova. Prova attrazione per specie esotiche, per gli occhi espressivi che sostituiscono il linguaggio, per i comportamenti bizzarri che appaiono senza senso, per l’etica animale e soprattutto per i leoni. Guardando negli occhi Chanel, il suo cane, ha capito quale fosse la sua strada. Eppure, si è anche sempre immaginata con una penna in mano a raccontare e divulgare meraviglie naturali; infatti, nel futuro continuerà a studiare per riuscire a intrecciare mondo giornalistico e animale. Sogna un giorno di viaggiare, di viaggiare molto, per salvare e aiutare numerose specie e il loro habitat, ma anche per salvare se stessa.

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