Le storie d’amore, quelle epiche, non tramontano mai. E di questo ci rassicura anche Joe Wright con la sua ultima fatica, Cyrano.
Con questo film, Wright si conferma ancora una volta un Maestro delle storie in costume. Da Orgoglio e Pregiudizio a Espiazione, Anna Karenina e ora Cyrano, l’illusione di essere completamente immersi in un altro tempo e in un altro luogo è peculiare del cinema di Wright.
Lo stesso regista, alla Festa del cinema di Roma, ha detto che preferisce riadattare le storie che i grandi hanno raccontato piuttosto che mettere in scena una sua storia originale.
Questa volta ha scelto una delle storie d’amore più travagliate e profonde della letteratura e del teatro mondiali. Cyrano de Bergerac, originariamente un’opera teatrale di Edmond Rostand, è stato riadattato tante volte. Tra queste, Erica Schmidt l’ha trasformata, nel 2018, in un musical, sul quale il film di Wright si basa.
Sin dalla prima scena il Cyrano di Joe Wright si distingue per l’accortezza ai particolari della messa in scena e per le meravigliose canzoni, mai troppo invadenti come succede in alcuni musical.
In questo adattamento, Cyrano, è interpretato da un magnifico Peter Dinklage. Quest’ultimo riesce ad incarnare perfettamente il tormento di Cyrano, sia nel suo amore così profondo per Roxanne, sia nel suo farsi trascinare in una situazione da cui è difficile uscire.
Cyrano ama, ama con cuore e anima e lo esprime attraverso le parole. Nessuno riesce a batterlo con le parole che sa usare esattamente come le spade con cui sconfigge chiunque gli intralci il cammino. Le parole sono la sua arma e il suo scudo migliori.
Ma, in un certo senso, sono anche la sua condanna.

© 2021 Metro-Goldwyn-Mayer Pictures Inc. All Rights Reserved.
Quando Roxanne gli chiederà un incontro privato, Cyrano si lascerà andare alla speranza di un amore finalmente ricambiato, per poi rimanere deluso e sofferente. Roxanne si è innamorata di Christian de Neuvillette, un cadetto della stessa unità di Cyrano a cui la bella Roxanne chiede di proteggere il suo amato.
Un amore a prima vista, lo chiama, uno di quelli a cui basta uno sguardo senza nemmeno una sola parola.
Ma le parole sono importanti perché è attraverso di esse che possiamo esprimere tutti i segreti del nostro cuore.
Christian è dotato di un buon cuore, ma non ha la stessa grazia e accortezza con le parole come Cyrano. Perciò quest’ultimo si offre di scrivere lettere d’amore per Roxanne al posto del giovane cadetto, così da avere la possibilità di esprimere il suo amore, pur nell’ombra di un altro.
Roxanne è convinta ancora di più dell’amore che prova per Christian proprio grazie alle parole che Cyrano scrive. Parole d’amore che sono forse quelle più complicate da formulare.
Joe Wright rimane fedele alla storia originale, impreziosendola con il suo stile. I colori pastello, i vestiti leggeri, trasparenti e svolazzanti, lo sguardo che si sofferma sui volti attraversati dai più profondi sentimenti.

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Le musiche sono state composte dalla band indie folk The National, già per la messa in scena teatrale. Le canzoni non sono mai invadenti e mai fuori luogo, ma anzi parlano laddove la sceneggiatura avrebbe faticato.
Wright ha scelto, inoltre, proprio il nostro Paese per girare il suo film. Le riprese sono state fatte a Noto, in Sicilia, ma grazie alle scenografie estremamente fedeli e dettagliate è difficile notare la nostra ambientazione, se non quando viene inquadrata la famosa Cattedrale di Noto.
In tutto ciò, il vero fulcro del nuovo Cyrano è Peter Dinklage che aveva già interpretato il famoso personaggio proprio nello spettacolo teatrale su cui si basa il film.
Dinklage non è estraneo a ruoli drammatici e impegnativi. Ma con questo Cyrano l’attore dà tutto se stesso, si dona completamente alla telecamera per farsi ammirare anche nella sua diversità. A sostenere Dinklage, ci sono Haley Bennett (Le strade del male, Elegia americana) nei panni di Roxanne e Kelvin Harrison Jr (Waves, Il processo ai Chicago 7).
Ancora una volta, dunque, Joe Wright colpisce dritto al cuore.
In alcuni suoi lavori l’ha fatto lentamente e con dolcezza, in altri, come in questo caso, lo fa quasi senza scrupoli.
Forse sono le storie che sceglie, già così drammatiche. Ma la cura con cui le porta sulle schermo, trasformandole quasi in favole con un finale tragico, è quello che distingue maggiormente il cineasta inglese. Che ci ammalia, facendoci sognare degli amori epici, per poi toglierci tutto e lasciarci solo con il ricordo di una bellezza effimera.