West Side Story, candidato a 11 Critics’ Choice Awards e a 4 Golden Globe, arriva oggi, 23 Dicembre, nelle sale italiane.
Diretto dal vincitore dell’Academy Award® Steven Spielberg, da una sceneggiatura del vincitore del Premio Pulitzer e del Tony Award® Tony Kushner, West Side Story racconta la classica storia delle feroci rivalità e dei giovani amori nella New York del 1957. La rivisitazione dell’amato musical è interpretata da Ansel Elgort (Tony), Rachel Zegler (María), Ariana DeBose (Anita), David Alvarez (Bernardo), Mike Faist (Riff), Josh Andrés Rivera (Chino), Ana Isabelle (Rosalía), Corey Stoll (Tenente Schrank), Brian d’Arcy James (Agente Krupke) e Rita Moreno (nel ruolo di Valentina, proprietaria del negozio in cui lavora Tony). Moreno, una degli unici tre artisti ad aver vinto i premi Oscar®, Emmy®, GRAMMY®, Tony® e Peabody, è anche una dei produttori esecutivi del film.
Il film
Steven Spielberg: «Si tratta probabilmente del film più arduo della mia carriera. West Side Story vanta quella che è forse la più grande partitura musicale mai scritta per il teatro e ognuno di noi ne è assolutamente consapevole.
Prendere un capolavoro e rivisitarlo da un’altra prospettiva e con un’altra sensibilità, senza compromettere l’integrità di quella che è generalmente considerata la più grande partitura musicale mai scritta per il teatro, era piuttosto spaventoso.
Adoro il film originale diretto da Robert Wise insieme a Jerome Robbins. Wise è stato un mio carissimo amico per molti anni e ho parlato del film con lui fino alla nausea. E Walter Mirisch, il produttore di West Side Story [1961], è un altro mio carissimo amico che mi ha raccontato tantissime storie grandiose sulla realizzazione del film.
Tutti noi lo abbiamo fatto. Sapevamo che si trattava di un’impresa davvero rischiosa. Ma tutte le persone coinvolte si sono avvicinate a questo progetto con incredibile amore e rispetto, quasi venerazione, nei confronti dello spettacolo e dei suoi leggendari creatori.
La cosa più bella di questa storia è che, indipendentemente dai cambiamenti che avvengono nel mondo, ci offre lezioni universali. È una storia che cattura il pubblico da decenni, perché non è semplicemente una storia d’amore, ma anche un lavoro culturalmente significativo con una premessa centrale (ossia che l’amore può sconfiggere il pregiudizio e l’intolleranza) che non ha perso significato nel corso del tempo.
West Side Story ha un significato importantissimo per tantissime persone e sono emozionato di poterlo riportare nuovamente in vita e condividerlo con un nuovo pubblico.»
La squadra creativa del film, che unisce il meglio di Broadway e Hollywood, include Kushner, che è anche il produttore esecutivo; il vincitore del Tony Award® Justin Peck, che ha ideato le coreografie del film; il celebre direttore d’orchestra della Los Angeles Philharmonic e vincitore del GRAMMY® Gustavo Dudamel, che ha curato le registrazioni dell’iconica colonna sonora. Nonché il compositore e direttore d’orchestra candidato all’Academy Award® David Newman (Anastasia), che ha arrangiato la colonna sonora; la compositrice vincitrice del Tony Award® Jeanine Tesori (Fun Home, Thoroughly Modern Millie), che ha supervisionato il cast per le parti cantate; e il supervisore musicale candidato al GRAMMY® Matt Sullivan (La Bella e la Bestia, Chicago), produttore esecutivo delle musiche del film.
Il film è prodotto da Spielberg, p.g.a., dalla produttrice candidata all’Academy Award® Kristie Macosko Krieger, p.g.a. e dal produttore vincitore del Tony Award® Kevin McCollum.
West Side Story è l’adattamento cinematografico dello spettacolo di Broadway originale del 1957, ideato, diretto e coreografato da Jerome Robbins, con libretto di Arthur Laurents, testi di Stephen Sondheim e musiche di Leonard Bernstein.
Le origini del musical
Il musical West Side Story quindi non è soltanto un classico del cinema e uno spettacolo di Broadway storico e determinante. È un simbolo culturale americano, apprezzato da un vasto pubblico internazionale: fin da quando fu rappresentato per la prima volta a Broadway nel 1957 è stato oggetto di continui revival sia professionali che amatoriali in molti paesi in tutto il mondo.
Spielberg rimarca: «A teatro, West Side Story è stato rappresentato in tutto il mondo, nelle scuole superiori e da compagnie teatrali amatoriali, ed è stato oggetto di diversi revival ufficiali a Broadway. Il suo potere risiede in parte nella sua abilità di essere continuamente ricreato e reimmaginato».
Lo spettacolo ebbe un lungo periodo di gestazione. Robbins concepì per la prima volta l’idea per questo musical nel 1949, lavorando insieme a Bernstein su una trama che raccontava il conflitto tra una famiglia irlandese cattolica e una famiglia ebraica che vivevano nel Lower East Side. La leggenda narra che nel 1955, dopo un incontro con i due, il drammaturgo e sceneggiatore Laurents propose una trama incentrata su due gang adolescenziali di New York, una composta da immigrati portoricani appena giunti nel paese e l’altra da discendenti di immigrati europei che facevano parte della classe operaia. Il progetto prese forma e iniziò a rafforzarsi e, anche se non fu facile ottenere dei finanziamenti, le prove ebbero inizio a luglio del 1957.
Dopo una rappresentazione di rodaggio a Washington D.C., lo show esordì a Broadway nel settembre dello stesso anno ottenendo recensioni eccellenti e facendo vincere dei Tony Award® a Robbins e allo scenografo Oliver Smith.
Tuttavia, lo spettacolo non riscosse un successo poi così gigantesco, come racconta Alexander Bernstein, figlio del compositore.
Il film di West Side Story diretto da Robert Wise e Jerome Robbins nel 1961 riscosse un successo monumentale. Vinse 10 Academy Award®, ottenendo premi per la regia di Robbins e Wise, per le interpretazioni di Rita Moreno e George Chakiris, e per la fotografia, il montaggio e molto altro.
Grazie a questo successo, il musical originale iniziò a diventare un fenomeno culturale.
Il nuovo film
Dopo aver completato il film The Post, Spielberg sentiva che era arrivato il momento di imbarcarsi nella realizzazione di West Side Story. Anche se il progetto era ancora in fase di pianificazione, la visione del regista stava prendendo forma: una prospettiva fresca, originale e unica sul materiale.
Steven Spielberg: «Uno dei motivi risiedeva nel cast. Sul palcoscenico, lo spettacolo è stato interpretato quasi sempre da attori che non erano realmente ispanici. Nel film del 1961 gli interpreti avevano una trentina d’anni e molti degli attori che interpretavano i portoricani erano bianchi.»
Il regista voleva anche mostrare con chiarezza il contesto e il panorama in cui vivevano queste bande rivali.
«Il territorio di ciascuna fazione veniva obliterato dalla stessa palla da demolizione: interi quartieri venivano rasi al suolo e la popolazione si ritrovava senza casa. Tutti questi ragazzi, i Jets e gli Sharks, erano vittime di questo sconvolgimento.»
…Non ti resta che guardare il film per scoprire se questi ragazzi vinceranno la loro battaglia e troveranno il loro posto nel mondo.