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The International Physicists Tournament

Mentre la maggior parte dei loro coetanei si riposava dai corsi, oltre 200 studenti universitari da tutto il mondo si sono riuniti a Zurigo, in Svizzera, durante le vacanze di Pasqua per partecipare a una gara di fisica.
Dal 2 al 6 aprile, infatti, si è svolta presso il Politecnico di Zurigo (ETH Zurich) la 16a edizione dell’International Physicists Tournament (IPT), che ha riunito nella metropoli svizzera un gran numero di persone, tutte accomunate dalla passione per la fisica e dall’entusiasmo che la ricerca accademica può infondere in chi vi partecipa.

L’IPT di quest’anno ha registrato una notevole partecipazione di 21 squadre, tra cui figura anche il Messico per la prima volta.

Anastasiia Vasylchenkova, presidente dell’IPT dal 2021, ha riconosciuto che nell’edizione di quest’anno si sono presentate alcune sfide logistiche. «Abbiamo dovuto garantire che le sfide si svolgessero in modo equo tra tutte le squadre, poiché non tutte le squadre avevano la possibilità di scontrarsi con tutte le altre e non tutti i giurati potevano osservare tutte le squadre». L’organizzazione di questa edizione non sarebbe stata possibile senza il grande sostegno del team organizzativo locale. «Ho ricevuto un grande sostegno da parte del Politecnico. Il lavoro svolto da Andreas Vaterlaus e Mathieu Soter, entrambi parte del team locale da molti anni, e anche da Alberto Rolandi, segretario dell’IPT, è stato grandioso», ha continuato Anastasiia. «C’erano tante cose che potevano andare storte» ha aggiunto Mathieu. «Credo che la nostra preparazione sia stata ottima. E anche tutti i collaboratori che ci hanno assistito nei piccoli dettagli e nei problemi sorti durante la settimana sono stati eccellenti».

Gli organizzatori dell’evento IPT hanno voluto esprimere la loro gratitudine a tutti gli enti che li hanno sostenuti durante il torneo. Un ringraziamento speciale va alla città e al cantone di Zurigo per aver messo a disposizione di tutti i partecipanti visite guidate della città. I partecipanti hanno avuto anche l’opportunità di visitare l’Istituto Paul Scherrer, messo a disposizione per l’evento. Gli organizzatori sono inoltre grati per i finanziamenti ricevuti da organizzazioni e imprese come Swiss Life, la Fondazione Cogito, SwissMAP e la Swiss Physical Society (SPS, Società Svizzera di Fisica). Infine, hanno riconosciuto l’importante supporto logistico e la messa a disposizione di spazi da parte dell’ETH durante tutta la settimana del torneo.

L’ingresso di ETH Zurich. Crediti: Martina D’Arco

Il torneo: The International Physicists Tournament

La settimana dell’IPT ha seguito mesi di preparazione da parte delle squadre che hanno deciso di partecipare alle selezioni. L’elenco dei problemi da risolvere è stato pubblicato a settembre sul sito web ufficiale dell’edizione di quest’anno e le squadre hanno iniziato a studiarli da quel momento in poi. Per avanzare nel processo di selezione, le squadre hanno dovuto presentare dei report su alcuni dei problemi risolti, simili a un articolo ufficiale per una rivista scientifica.

Alcuni Paesi avevano più squadre che volevano partecipare al Final Tournament, e di conseguenza hanno organizzato selezioni nazionali per decidere quale squadra avrebbe rappresentato il loro Paese all’IPT. Per esempio, la Svizzera, gli Stati Uniti e l’Italia avevano due università partecipanti, quindi il team organizzativo internazionale ha aiutato gli organizzatori locali a creare mini-competizioni che rispecchiassero l’evento ufficiale.

Parlando con gli studenti di entrambe le squadre dell’EPFL (Scuola Politecnica Federale di Losanna) e dell’ETH Zurich, risulta chiaro che non era presente alcuna competizione tra di loro, anche se entrambi i team erano in gara per un posto nel torneo finale. «È più che altro una collaborazione», ha spiegato un membro della squadra dell’ETH. «Siamo andati all’EPFL per discutere di alcuni dei problemi assegnati e per conoscere il loro lavoro. Ci siamo allenati insieme e abbiamo avuto interessanti discussioni su come risolvere le sfide dei problemi presentati dall’IPT. È sempre bello incontrare persone che abitano vicino a noi e che lavorano su cose simili, ci permette di scambiare idee e di imparare gli uni dagli altri». Gli studenti di entrambe le squadre concordano sul fatto che la formazione di una squadra svizzera più grande sarebbe utile per creare nuove amicizie, condividere idee e imparare cose interessanti. «Dopo la selezione nazionale, diventiamo un’unica, grande squadra», ha osservato un membro della squadra dell’EPFL, e questo è evidente da come i ragazzi interagiscono tra di loro in questi giorni all’ombra dell’ETH: sembra quasi che appartengano tutti alla stessa università.

Ma che cos’è l’IPT esattamente?

L’IPT è una specie di gioco, simile a delle olimpiadi di fisica, in cui i partecipanti simulano in modo innovativo il processo di peer review (letteralmente revisione tra pari), molto importante nel mondo accademico. In questo gioco, tre squadre partecipano a delle “Physics Fights, degli incontri in cui ogni squadra assume il ruolo di Reporter, Opponent o Moderator.
Le principali caratteristiche dei tre ruoli emergono chiaramente dalla loro denominazione.

Il Reporter presenta una soluzione a uno dei problemi di fisica selezionati precedentemente dal team organizzativo dell’IPT, evidenziando i concetti fisici che si nascondono alla base e cercando di risolverlo. È incoraggiata la condivisione di idee orginali e innovative, accompagnate da esperimenti originali messi in atto dal team del Reporter. L’Opponent, invece, ha il compito di analizzare i vantaggi e gli svantaggi della soluzione e della presentazione del Reporter. Questo porta a una discussione tra il Reporter e l’Opponent, incentrata su come correggere o migliorare la soluzione. Alla fine della discussione, i due sono incoraggiati a concordare su ciò che può essere cambiato o migliorato nella soluzione del Reporter. Il ruolo del Moderator consiste nel gestire e supervisionare il dialogo tra il Reporter e l’Opponent, e successivamente tra le loro squadre. Questo aiuta a garantire che entrambe le parti rimangano concentrati sui temi principali della discussione, facilitando per il pubblico e i giudici la comprensione dei problemi e delle soluzioni proposte.

Ogni ruolo ha i suoi vantaggi e le sue sfide.
Jennie Russel, della squadra degli USA, ha avuto l’opportunità di agire solo come Reporter durante l’IPT. Tuttavia, osservando i membri della sua squadra, ha trovato il ruolo di Moderatore il più interessante, «perché è così difficile bilanciare la discussione tra gli altri due giocatori». Le è piaciuto anche il ruolo dell’Opponent. «Offre un’opportunità interessante per mettere in discussione il loro lavoro e apportare miglioramenti alla soluzione. Se tutti sono disposti a collaborare, è quasi come lavorare insieme. A volte la discussione può diventare tesa e polemica, ma è comunque possibile avere una conversazione che porta a delle soluzioni molto interessanti».
Come persona esterna alla competizione, ho notato che il ruolo dell’Opponent non era incentrato esclusivamente sull’attacco e sulla critica del Reporter. Al contrario, ho trovato che le migliori discussioni tra i partecipanti avvenivano quando l’Opponent ingaggiava una discussione costruttiva con il Reporter, essendo davvero interessato alla soluzione del Reporter e suggerendo reali miglioramenti alla presentazione. Questo favorisce un ambiente di cooperazione tra gli studenti partecipanti, che alla fine rappresenta esattamente ciò che ci si aspetta dalla ricerca scientifica.

La settimana del torneo: The International Physicists Tournament

Durante la settimana di IPT, la squadra che ha ottenuto il punteggio più alto nelle Physics Fights preliminari andavano direttamente alla finale. Le squadre classificate dal 2° al 7° posto si sono affrontate nelle semifinali, che consistevano in due Physics Fights svoltesi contemporaneamente. Quest’anno, la prima semifinale comprendeva le squadre di Italia, Team IPT e Brasile, mentre la seconda si è tenuta tra le squadre della Germania, Stati Uniti e Polonia.

Nella sessione mattutina, i partecipanti hanno discusso vari problemi di fisica, tra cui la formazione di bolle sotto un bicchiere bagnato e l’analisi di come l’acqua fosse in grado di risolvere labirinti in maniera intelligente. Più tardi, nel campus dell’ETH Hönggerberg, sono state annunciate le tre squadre che si sono qualificate per le finali. La Francia è stata la prima squadra a qualificarsi grazie all’alto punteggio ottenuto nelle Physics Fights preliminari. Le altre due finaliste sono risultate essere Germania e Italia.

Presentazione del progetto della squadra tedesca alle finali dell’IPT. Crediti: IPT local team.

Durante le finali, che si sono svolte nell’AudiMax dell’ETH, si è verificato un episodio interessante. Nonostante l’atmosfera tesa, con tre squadre in competizione tra loro per vincere un concorso che ha occupato la loro mente per mesi e mesi, tutti i partecipanti sono stati catturati dalla presentazione del team tedesco. Sono stati incuriositi dalla loro soluzione e dall’esperimento dimostrato, il quale è stato così impressionante che tutti i team finalisti si sono trattenuti durante la pausa per saperne di più sulla meccanica che ne era alla base.

Questo momento dimostra come la fisica possa unire le persone e promuovere la collaborazione tra i concorrenti. Anche se l’ambiente era competitivo, la curiosità ha unito tutti i partecipanti.

La cerimonia di chiusura si è svolta nello stesso luogo delle finali, sabato 6, nel pomeriggio. Durante la cerimonia, Mairi Sakellariadou, Presidente della European Physical Society (EPS, Società Europea di Fisica), è intervenuta per la prima volta nella cerimonia di chiusura, riconoscendo il significativo valore educativo dell’evento e fornendo ai partecipanti una panoramica di ciò che l’EPS rappresenta. «L’evento è stato molto interessante, le persone erano molto entusiaste e ben preparate», ha dichiarato dopo la cerimonia di chiusura, suggerendo anche miglioramenti per le edizioni future, per elevare l’evento a un livello più professionale.

In seguito, la cerimonia di chiusura è proseguita con la consegna dei certificati ai partecipanti più meritevoli, fino all’annuncio delle prime tre posizioni in classifica.

La Germania si è assicurata la prima posizione con un punteggio di 51.33, seguita dalla Francia con 48.50 e infine dall’Italia con 46.17.

Commenti generali sul torneo: The International Physicists Tournament

Chiedendo un feedback personale su questa settimana dell’IPT, la risposta di tutti gli studenti partecipanti è stata estremamente positiva.
Per gli studenti dell’EPFL, «Questa settimana è stata un’esperienza fenomenale. È stato fantastico vedere fisici di tutto il mondo che hanno lavorato sugli stessi problemi».
Il team statunitense ha apprezzato il fatto di aver avuto l’occasione di sperimentare la natura collaborativa della scienza: «Ci ha dato una buona visione di come dovrebbe essere la scienza in termini di collaborazione, di approcci diversi e di menti diverse che si incontrano per parlare di scienza».
Il team italiano ha commentato che, affrontando determinati problemi fisici, ha potuto approfondire argomenti specifici che forse non aveva potuto esplorare durante i corsi universitari. Questo ha richiesto molto studio personale, che ha permesso loro di avvicinarsi al mondo della ricerca leggendo articoli e conducendo esperimenti per conto proprio. L’esperienza è stata molto istruttiva e il team ha trascorso una settimana fantastica.

Riflettendo sull’impatto che l’IPT ha nella vita di tutte le persone che vi partecipano, Mathieu ha menzionato l’inclusività: «Ritengo che uno dei valori dell’IPT sia quello di cercare di essere sempre più inclusivo. Si tratta di un’attività internazionale e ci sono studenti di diverse culture e provenienze. È stato bello incontrare queste persone di tutte le nazionalità, perché hanno modi diversi di fare fisica e di comunicare, ed è una bella esperienza da fare. Non si tratta solo di fisica, ma anche dell’aspetto umano».

Esiste un altro aspetto dell’IPT che vale la pena considerare, ossia come eventi come questo possano contribuire a combattere lo stereotipo delle ragazze e delle donne nella scienza.

Un commento interessante è stato fatto dall’unica ragazza delle due squadre svizzere, Marie Mennerat. Quando le è stato chiesto di parlare della sua esperienza all’IPT, ha affermato che una cosa che l’ha colpita molto è stata la differenza nel numero di ragazze in alcune squadre rispetto alla squadra svizzera. Per esempio, la squadra del Brasile era costituita da quattro ragazze, su otto partecipanti totali. «Sono rimasta piacevolmente sorpresa e avrei voluto che più ragazze fossero incoraggiate a dedicarsi alla fisica. La mia esperienza di lavoro con i miei amici è stata positiva, ma posso immaginare che sia normale per una ragazza sentirsi fuori posto quando è circondata da una squadra formata solo esclusivamente da ragazzi. Tuttavia, il mio team è stato molto disponibile e di grande supporto».

I partecipanti di questa edizione dell’IPT. Crediti: IPT local team.

In conclusione, la 16a edizione dell’IPT di Zurigo è stata un grande successo, che ha messo in luce la passione per la fisica e lo spirito collaborativo degli studenti di tutto il mondo.

Il torneo ha offerto ai partecipanti un’esperienza educativa di valore inestimabile, favorendo l’approfondimento dei concetti fisici e promuovendo la collaborazione nella risoluzione dei problemi, evidenziando le profonde connessioni che la fisica può creare.

Al termine dell’evento, i partecipanti hanno espresso un giudizio estremamente positivo sulla loro esperienza, sottolineando l’impatto trasformativo dell’IPT nel promuovere l’inclusività e sfidare gli stereotipi nel campo della scienza.

Martina D'Arco
Martina D'Arco è una studentessa di Fisica delle Particelle con una grande passione per la scrittura sin da piccola. Dopo aver visitato il CERN per la prima volta nel 2018, aveva promesso a se stessa che sarebbe tornata, questa volta per restare. E così è stato: ha conseguito la laurea triennale in Fisica all'Università La Sapienza di Roma, e attualmente frequenta il Master in Particle Physics all'Università di Ginevra. La sua frase distintiva è: "Non smettere mai di guardare verso le stelle".

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