Guardando la coda di un cane che si muove da una parte all’altra tendiamo ad interpretare questo comportamento come il segnale che quel cane è felice.
Ma è davvero così?
Non proprio, perché lo scodinzolio non è esclusivamente associato a emozioni positive.
Per capire se ciò con cui sta interagendo viene rilevato ed elaborato come uno stimolo piacevole, non basta guardare solo se la coda si muove ma bisogna anche prestare attenzione a come si muove.
Il movimento potrebbe essere più o meno ampio. Di solito, i movimenti sono meno ampi quando il cane ha di fronte uno stimolo che lo preoccupa, mentre sono molto ampi quando ha davanti a sé uno stimolo che conosce e che magari è associato a qualcosa di piacevole.
Grazie agli studi condotti sul comportamento dei cani abbiamo scoperto che un’altra caratteristica da osservare con attenzione è la direzione del movimento. Per esempio, i movimenti della coda mentre il cane scodinzola potrebbero essere più ampi verso il fianco destro dell’animale oppure verso il suo fianco sinistro.
Una risposta legata alla lateralizzazione cerebrale: il meccanismo per cui vi è una specializzazione di uno dei due emisferi cerebrali nell’elaborazione e nella risposta di particolari stimoli sensoriali, cognitivi e motori. Alla base di questo processo c’è un controllo motorio crociato del movimento. Nel caso in cui osserviamo un movimento della parte destra del corpo avremo un coinvolgimento dominante dell’emisfero cerebrale opposto, quello sinistro.
Dunque, se osserviamo uno scodinzolio con un movimento della coda più ampio verso destra, quest’ultimo sarà legato all’attivazione dell’emisfero cerebrale opposto, ovvero quello sinistro. Potreste osservare questa situazione quando rientrate a casa e il vostro cane vi accoglie scodinzolando.
Infatti, le analisi condotte analizzando la coda di alcuni cani in diverse situazioni hanno evidenziato che la presenza di stimoli conosciuti, che inducevano una serie di comportamenti di approccio e di avvicinamento, come per esempio vedere i proprietari, portava i cani a scodinzolare di più verso il loro fianco destro. Al contrario se avevano davanti uno stimolo sconosciuto, che quindi poteva indurre una risposta di evitamento, lo scodinzolio risultava più ampio verso il fianco sinistro del cane.
Quando, però, si osserva il comportamento di un’altra specie animale (e anche mentre osserviamo i nostri cani) non dobbiamo solo tenere conto del contesto in cui il soggetto si trova e dello stimolo che ha di fronte ma è fondamentale guardare anche agli altri comportamenti manifestati, come la testa che si gira dall’altro lato, la sclera (la parte bianca degli occhi) che si rende visibile o un abbaio ripetuto.
Senza questa osservazione globale del comportamento di un cane e senza considerare la complessità che si nasconde dietro lo scodinzolio, rischiamo di perderci una parte rilevante della comunicazione tra cani e, non ultimo, della comunicazione con noi.
In effetti, proprio l’interazione con la nostra specie sembra aver giocato un ruolo importante nel modulare lo scodinzolio dei cani.
Questa caratteristica dei cani domestici potrebbe essere legata a due ipotesi. La prima è la “sindrome da domesticazione”, ovvero il processo in cui sono emersi dei tratti che si sono rivelati un effetto secondario rispetto ad una selezione mirata, legata per esempio ad avere cani cooperativi per le attività umane.
La seconda ipotesi, invece, è stata proposta da un recente studio ed è stata associata alla ritmicità del movimento della coda canina. Secondo questa ipotesi la preferenza umana per stimoli che hanno un certo ritmo potrebbe aver portato gli umani a selezionare un evidente movimento della coda di questi animali.