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Venezia81: “Wolfs” di Jon Watts

Alla Mostra del Cinema di Venezia 2024 è stato presentato, Fuori Concorso, il film Wolfs – Lupi Solitari del regista Jon WattsErano presenti: il produttore Jeremy Kleiner ed il cast, composto da Brad PittGeorge Clooney, Amy Ryan e Austin Abrams. Il film sarà distribuito sulla piattaforma Apple TV+ a partire dal 27 settembre 2024.

In questa commedia d’azione, un fixer, un faccendiere di professione, viene assunto per far sparire le tracce di un crimine estremamente delicato. Ma quando si presenta un secondo fixer e i due “lupi solitari” sono costretti a lavorare insieme, scoprono che la loro serata sta per sfuggirgli di mano in modi completamente inaspettati.

Jon Watts: «Frank Costello faccia d’angeloCronaca di un assassinioGhost Dog – Il codice del samuraiCollateral… Adoro i film su professionisti solitari dediti al loro mestiere e sono sempre stato curioso di sapere cosa succederebbe se due tipi del genere fossero costretti a lavorare insieme.

Da adulti può essere difficile farsi dei nuovi amici, anche se si ha molto in comune. 

Wolfs è il mio tentativo di tornare con i piedi per terra dopo sette anni passati a dondolarmi dai grattacieli e a saltare attraverso i portali del multiverso.

Volevo mettere insieme quasi tutte le mie cose preferite. New York. Tutto in una notte. Trame criminali impenetrabilmente complesse. David Mamet. Buster Keaton. Neve.

E soprattutto la pura gioia cinematografica di guardare due fiammeggianti stelle del cinema fronteggiarsi su uno schermo gigante

Brad e George, l’ultima volta che avete lavorato insieme è stato per il film Burn After Reading – A prova di spia, presentato proprio qui a Venezia. Cosa di questo progetto vi ha fatto tornare a lavorare insieme?

G. Clooney: «Penso il cash, i soldi vanno bene (risate). In Burn After Reading avevo avuto l’immenso piacere di sparare Brad nel viso (risate), abbiamo pensato di riprovarci 15 anni dopo.»

B. Pitt: «In questo film mi colpisce in faccia invece!»

George e Brad, cosa di Wolfs vi ha fatto pensare di fare questo film insieme?

B. Pitt: «Per prima cosa c’è da dire che invecchiando lavorare con persone con le quali ho piacere a passare del tempo, è diventato veramente importante per me. Jon è arrivato con l’idea di farci lavorare insieme, ha scritto la prima draft della sceneggiatura ed entrambi abbiamo detto “Grande”. Non capita spesso di leggere la prima versione della sceneggiatura di un film e decidere subito di girarlo.»

G. Clooney: «Noi siamo entrambi produttori quindi ci capitano molte idee, quando abbiamo sentito Jon abbiamo subito capito che dovevamo fare questo film. Inoltre ho pensato che Jon fosse un regista molto interessante, volevo lavorare con lui.»

Amy, questo film è stato una grande occasione di fare scene molto lunghe, ma anche d’azione: è stata una delle cose che ti ha convinto di questo progetto?

A. Ryan: «Jon è davvero un regista preciso, ed anche io quando ho letto lo script ho pensato che questo film fosse fantastico. È divertente, ma è anche un bellissimo thriller, inoltre è stato un onore lavorare con questi gentiluomini, e Austin che è stato steso a terra per me per due mesi senza lamentarsi.»

B. Pitt: «E senza vestiti!»

George, com’è stato lavorare sulla chimica e la frizione tra te e Brad, in cosa vi sentite simili e in cosa diversi?

G. Clooney: «Io sono molto più giovane! Brad e io lo facciamo da tantissimo, e tra me e lui abbiamo subito creato un ritmo, non era urlarci addosso, ma era fondamentale ascoltare l’altro per poter rispondere senza calpestarsi i piedi. A me non è parso difficile trovare la chimica, è sembrato… Semplice. Austin aveva un monologo di due pagine da girare tutto di seguito, quello era molto difficile.»

B. Pitt: «Era New York, in inverno, giravamo di notte, e Austin era costretto a stare in mutande. È lui che ha fatto il lavoro sporco.»

Austin, quanto è stato difficile quel monologo e lavorare a questo film?

A. Abrams: «Per me è stata una sfida, ho fatto l’audizione con quel monologo quindi ero sicuro, ma l’ansia è venuta nel doverlo fare davanti a Brad, George e Amy. Sono stati fondamentali per me, mi hanno dato attenzione e sono stati incredibilmente gentili.»

George, il tuo personaggio mi ha ricordato il Batman che hai interpretato, o il film Michael Clayton, hai notato delle somiglianze?

G. Clooney: «In realtà non vedo somiglianze, se devo trovare un’ispirazione direi il personaggio di Harvey Keitel in Pulp Fiction, il “lupo” che risolve problemi. In realtà due lupi…»

Cos’è rimasto per le nuove generazioni nell’industria cinematografica?

G. Clooney: «Ricordo quando ero un giovane attore, gli show in tv erano 64, e quando andavi a controllare gli score, se il tuo programma non era nei primi 20 non avevi più un lavoro. Ora ce ne saranno 700, c’è molto lavoro per gli attori.

L’industria ha bisogno dello streaming, ma dobbiamo anche mandare i film in sala, per me e Brad era fondamentale mandare questo film in sala.

Quello che vedo è più lavoro, sono eccitato per i giovani attori, secondo me ci sono più opportunità.»

Non si vedono più film del genere, buddy movies come negli anni ’70, avete discusso questo tipo di atmosfera?

B. Pitt: «Innanzitutto è uno dei migliori complimenti possibili, io e George abbiamo molto a cuore il cinema degli anni ’70, è il migliore. Non è esattamente qualcosa che ci siamo imposti di fare come un genere, ma era nel nostro DNA. Questi sono i film che amiamo, è il motivo per cui facciamo questa professione, ed è venuto fuori in maniera chiara ed organica.»

Avreste voluto fare un rilascio globale invece che limitato ad alcune sale?

G. Clooney: «Sì assolutamente, lo avremmo voluto. Ci saremmo anche ridotti il salario per farlo. Purtroppo ci abbiamo provato ma ci sono stati degli ostacoli. Stiamo ancora cercando di trovare la strada.»

Jeremy, hai con la tua compagnia ben 4 film presentati qui a Venezia 81, quanto importante è la sala per te?

J. Kleiner: «Innanzitutto vorrei dire che ho avuto il  piacere di lavorare con Brad per più di 20 anni, ed è lui che ha voluto fortemente che la nostra compagnia si interessasse anche della shelf life dei film, del loro sfruttamento nel tempo. Per noi la sala è decisamente importante, a volte si fa una combinazione, a volte si arriva solo sulle piattaforme. Sicuramente la sala è un elemento chiave, ma, come diceva George, trovare la strada migliore per far arrivare questo tipo di film al pubblico è un’equazione complessa.»

B. Pitt: «Penso che mi sentirò sempre romantico verso l’esperienza della sala, ma al contempo apprezzo molto l’esistenza delle piattaforme streaming. Ci permettono di vedere più storie, più talenti e raggiungono più occhi. Ad oggi è un equilibrio complesso.»

Brad e George, quale delle vostre attività attori o produttori, vedete come più importante ora?

B. Pitt: «Per me è lo stesso sport. Raccontare belle storie, l’amore per le belle storie. Che sia davanti o dietro la camera, è trovare nuove storie, universali, e parlare alle persone.»

G. Clooney: «Siamo molto fortunati, lui ha 64 anni, è fortunato ad avere ancora un lavoro onestamente. Noi abbiamo la possibilità di lavorare come produttori, e scrittori nel mio caso, perché abbiamo voglia di lavorare nell’industria che amiamo. Sto tornando a recitare di più negli ultimi anni, ho 63 anni e fa molto piacere poter tornare a divertirmi recitando.»

George, la domanda che tutti vogliamo sentirti rispondere: quanto è stato importante l’articolo che hai scritto per il NY Times chiedendo al presidente Biden di ritirarsi, cosa che ha poi fatto?

G. Clooney: «Wow, non avevo ancora avuto occasione di parlarne quindi lo farò ora.

L’unico che va applaudito è il Presidente che ha svolto un atto così altruista. Non è semplice abbandonare il potere, e lo sappiamo, lo vediamo in giro per il mondo.

Sono orgoglioso di dove siamo e dobbiamo essere eccitati per il futuro!»

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