Questo documentario (Fuori Concorso) esplora il mondo musicale, personale, artistico, sociale e politico di John e Yoko sullo sfondo di un’epoca turbolenta della storia americana.
Al centro del film c’è il concerto di beneficenza One to One per bambini con bisogni speciali, l’unico concerto completo di John Lennon dopo l’ultimo con i Beatles nel 1966.
Il documentario esplora quindi i primi anni Settanta, un periodo complesso e agitato per la storia americana, e si sviluppa attorno al bellissimo filmato in 16mm del concerto di beneficenza per bambini che assegna il nome al film, tenutosi al Madison Square Garden di New York nel 1972, portando alla luce un lato più intimo e delicato del musicista.
Materiali inediti, telefonate personali, filmati amatoriali girati da John e Yoko e altri restaurati e rimasterizzati. «Il doc propone una visione completamente nuova della vita dei miei genitori durante i loro anni a Bank Street e a New York, mostrando la loro incrollabile dedizione alla promozione della pace e della non violenza durante un’era turbolenta di corruzione e guerre inutili», ha detto Sean Ono Lennon, figlio della coppia.
Il film include un’ampia gamma di materiali inediti dall’archivio Lennon, con audio remixato sotto la supervisione di Sean Ono Lennon.
I registi, Kevin Macdonald e Sam Rice-Edwards: «Volevamo realizzare un film che avrebbe sorpreso e deliziato anche il più devoto fan di Lennon/Ono concentrandosi su un periodo di trasformazione delle loro vite e raccontando la storia attraverso le loro parole, immagini e musica.
Costruito attorno al bellissimo filmato in 16mm dell’unico concerto completo che John tenne dopo aver lasciato i Beatles (digitalizzato e rimasterizzato con una qualità tale da renderlo irriconoscibile per quelli che ricordano la versione uscita in VHS negli anni Ottanta), speriamo che il film faccia conoscere al pubblico una versione più intima di John e Yoko, con una riflessione anche sui loro lati politicamente radicali e sperimentali!»
Presenti alla conferenza stampa i produttori Peter Worsley e Alice Webb, insieme al regista scozzese Kevin Macdonald, un affezionato del genere. Nel 2012 ha infatti diretto Marley, che parla del musicista giamaicano Bob Marley, e nel 2018 Whitney, tributo alla performer ed attrice Whitney Houston.
Trattandosi di John Lennon, un personaggio cardine della storia contemporanea, che ha vissuto intensamente tutte le fasi della sua esistenza, viene spontaneo chiedersi come mai ci si sia soffermati proprio su questo blocco temporale. È lo stesso cineasta ad aver risposto a questa domanda: «Volevo concentrarmi sul periodo in cui è avvenuto il concerto One To One; il film vuole spiegarne la genesi e le ragioni che hanno portato alla sua realizzazione!».
Fondamentale per la riuscita del progetto, naturalmente, la famiglia Lennon, che ha messo a disposizione documentazioni audio e visive. Worsley ha dichiarato, a riguardo: «Ho già prodotto altri speciali su John Lennon. Ero, quindi, già in contatto con la sua famiglia. Parlavamo dell’idea di rilasciare nuovamente il concerto, dopo averlo sistemato; visionando quello che avevamo a disposizione, però, mi sono interessato al contesto intorno ad esso. Così, è nato il documentario…».
La scelta dell’anno, dunque, non è casuale, e i motivi si estendono alla sfera privata della coppia. John e Yoko si trasferirono nel 1971 a New York, stabilendosi al Greenwich Village. Un momento di forti novità e scossoni interni per entrambi, che si è in seguito rivelato molto fruttuoso, artisticamente parlando. Esistono decine di documentari sui Beatles e sui componenti del gruppo. Come sostenuto da Alice Webb, però, questo ha qualcosa che lo distingue dalla massa: «Si tratta, in fondo, dell’unico concerto di John Lennon ripreso per intero. Per poter creare qualcosa di diverso, devi necessariamente trovare gli ingredienti giusti. Per me, noi ci siamo riusciti, abbiamo trovato la chiave!».
Come se la sarebbe cavata John Lennon ai giorni nostri? Quale sarebbe stato “il suo posto nel mondo”? Macdonald non ha dubbi: «In questi cinquant’anni non è cambiato poi molto, ed è deprimente; discriminazioni di razza, la questione climatica etc.. I problemi sono rimasti gli stessi. John, ora come allora, tenterebbe di capire come aiutare il pianeta e i suoi abitanti nel modo più giusto!».
E Yoko Ono? L’artista nipponica è stata spesso demonizzata e criticata dai suoi detrattori per il presunto ruolo nello scioglimento dei quattro di Liverpool. Il documentario è, dunque, un’occasione di riscatto per lei. «Non deve essere stato facile sposare un monumento della musica come John. Quando senti solo una campana e conosci una vicenda da una sola prospettiva cominci a chiederti “Siamo sicuri che sia andata proprio così?”. Spero che, guardando il film, lo spettatore possa provare empatia nei suoi confronti, e comprenderla un po’ di più. Dopotutto, per essere convolata a nozze con un uomo del genere, non può che essere una grande artista e una donna strepitosa!».