Bambino prodigio. Adolescente ribelle. Poeta romantico, filosofo, pensatore politico. Giacomo Leopardi è stato il primo esistenzialista della modernità, riferimento dei tumultuosi anni del Risorgimento italiano, un “maledetto” che ha abusato della sua arte e del suo genio fino a rimanerne annientato.
Attraverso il racconto dell’amico Ranieri ripercorriamo la vita del poeta dall’infanzia, alla fuga dall’opprimente ambiente familiare, allo scontro col nascente pensiero liberale e quello ecclesiastico, tra l’amore sofferto per la contessa Fanny Targioni Tozzetti e la malattia fino alla morte.
La continua tensione del poeta verso la vita si manifesta attraverso una voglia di libertà, di amore e di bellezza, a costo di mettere in discussione ogni ordine costituito, dalla famiglia al conformismo dei suoi contemporanei.
Sarà la ricerca di amore a spingere Leopardi oltre il recinto dorato della casa paterna, e sarà l’amore per una donna, l’ammaliante aristocratica Fanny Targioni Tozzetti, a diventare la sua ragione di vita, nonché a occupare uno spazio importante nella sua produzione letteraria; così come ancora una volta sarà nell’amore per il suo fedele e apollineo amico Ranieri che il nostro poeta riuscirà a colmare i limiti della propria fisicità.
Leopardi è sempre stato il poeta più vicino alle nuove generazioni, intanto perché è il poeta del dissidio e della rottura. E poi, oltre che un poeta, è un grande pensatore! In questa mini serie viene fuori la sua anima vitale, Sergio Rubini, alla sua prima regia, è riuscito a tirar fuori questa sua forza di vivere contro lo stereotipo del poeta sempre triste e ammalato. Le domande che Leopardi si pone nelle sue opere sono quelle che ognuno di noi si è sempre posto, fin dall’adolescenza!
Le scelte che il regista compie sono numerose e tutte interessanti. A partire da quella che più avrebbe potuto favorire una lettura pietistica sia dell’opera letteraria che di quella sentimentale di Giacomo. Il suo non è un Leopardi costantemente pervaso dalla malinconia del vivere, è un uomo appassionato alla bellezza, ironico, nelle Operette morali addirittura è comico.
Non solo l’esistenzialista, dunque, non solo il nichilista. Leopardi il rivoluzionario, l’agitatore di idee, anche politiche, perennemente in cerca della verità. Nei quattro episodi che compongono Leopardi – Il poeta dell’infinito, presentato in anteprima al Festival di Venezia (Fuori Concorso – Proiezioni Speciali), riscopriamo la vita del poeta dall’infanzia alla vita adulta, fino alla prematura morte avvenuta ad appena 38 anni.
«Noi abbiamo voluto mettere in scena un Leopardi senza gobba, perché abbiamo voluto raccontare la morfologia del suo pensiero, non del suo corpo», spiega Sergio Rubini. «Approfondendo il personaggio ne siamo rimasti ammaliati. Abbiamo scoperto un pensatore multiforme, spregiudicato, completamente diverso da quello che credevamo di conoscere. È stato tirato dalla giacchetta da tutti, da chi lo voleva nichilista e da chi solo patriota. C’è chi dice che si sia anche convertito sul letto di morte. Ma lui sfugge a qualsiasi etichetta: Leopardi era un uomo libero».
Rubini ha voluto restituire l’insieme del pensiero del poeta concedendosi anche qualche libertà, “alla maniera di Amadeus” racconta citando il film di Miloš Forman che è stato la sua Stella Polare. «Per questo è un Leopardi senza gobba».
Apulia Film Commission e Regione Puglia hanno sostenuto la produzione scritta da Sergio Rubini, Carla Cavalluzzi e Angelo Pasquini: la serie sarà trasmessa in prima serata su Rai 1 in due puntate il 16 e 17 dicembre 2024.
La serie è stata girata (le ultime sequenze nella primavera di quest’anno) oltre che nelle Marche, Recanati, anche a Potenza Picena, Montecassiano, Colle Troia, Offagna, Osimo, Macerata, a Mantova, in Campania (Leopardi visse a Napoli) e anche in Puglia . Qui sono state ricostruite alcune sequenze ambientate a Napoli (Taranto vecchia e a Martina Franca), presso la residenza dell’amico di Leopardi Antonio Ranieri (Museo Civico Romanazzi Carducci di Putignano). Utilizzate anche la spiaggia di Vignanotica (Foggia) e la Tipografia Portoghese di Altamura.
Una produzione IBC MOVIE (Beppe Caschetto), Rai Fiction (Alessandra Ottaviani, Valeria Lugaro) e Rai Com.
Regia di Sergio Rubini, con Leonardo Maltese nel ruolo di Giacomo Leopardi, Cristiano Caccamo (l’amico di sempre Antonio Ranieri), Giusy Buscemi (l’amatissima Fanny Torgioni Torzetti ed emblema dell’amore sublime), Valentina Cervi (la madre del poeta), Alessio Boni (il Conte Monaldo Leopardi), Fausto Russo Alesi (nei panni del mentore Pietro Giordani), Alessandro Preziosi (Don Carmine) e Bruno Orlando, Serena Iansiti, Maria Vittoria Dallasta, Andrea Pennacchi e Roberta Lista.