Yorgos Lanthimos ritorna dopo quattro anni, da La Favorita, alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia per presentare il suo ultimo film Poor Things.
Basato sul romanzo omonimo del britannico Alasdair Gray e con forti riferimenti al Frankenstein di Mary Shelley, il nuovo lavoro di Lanthimos racconta l’incredibile evoluzione di Bella Baxter (Emma Stone).
Da balbettante marionetta, ingenua e infantile, a donna emancipata e consapevole.
Il film, diviso in capitoli, ci mostra le varie tappe del viaggio interiore della protagonista, segue la crescita personale, sessuale, psicologica e morale di una donna per la quale le convenzioni sociali non hanno nessun valore e che si è autodeterminata per natura pur essendo nata senza pregiudizi.
In una Londra vittoriana immaginaria, Bella, giovane donna inglese, viene riportata in vita da un brillante scienziato: il Dr. Godwin Baxter (Willem Dafoe).
Da oggetto a soggetto Bella si approccia al mondo senza filtri con l’avidità di conoscere ed esplorare sempre di più, lo fa appunto attraverso il sesso, di cui il regista greco fa libero uso, esibendo il corporeo e rendendo la sessualità il focus del suo film d’epoca.
Attraverso il linguaggio sessuale la protagonista, nella sua innocenza semi-infantile, comprenderà in fretta cosa significa essere donna all’interno di una realtà strutturata secondo le dinamiche proprie del paradigma machista.
Tra grandangoli, distorsioni, ironia graffiante e il gusto per il macabro, Poor Things risulta essere un inno emancipatorio in cui osserviamo il progressivo rovesciamento dei ruoli (maschile e femminile) e dove la protagonista, da “bambola” a donna, si riappropria del proprio corpo ricercando una libertà genuina senza nessun tipo di vincolo morale o sociale.
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