#BiennaleCinema2023 | Day By Day 02
Tris di assi per il secondo giorno all’80. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica: El Conde di Pablo Larraín, Ferrari di Michael Mann e Dogman di Luc Besson.

“Dogman” di Luc Besson
«È da quando avevo sedici anni che, verso le cinque del mattino, scrivo: è il mio modo di fuggire da questo mondo.» Racconta il regista Luc Besson che torna al cinema dopo travagliate vicende personali.
Per il suo Dogman è stato ispirato da un articolo di cronaca su una famiglia francese che ha chiuso il proprio figlio (di cinque anni) in una gabbia.
Luc Besson: «Mi sono interrogato su chi possa diventare da adulto questo bambino.
Ci sono un paio di opzioni quando si è vittima di violenza, così se i tuoi genitori ti rinchiudono in una gabbia tu puoi diventare un terrorista, puoi diventare Madre Teresa, puoi diventare un cane, un fiore, un albero…
La cosa migliore è l’arte! L’arte è la miglior fuga, non è violenta.
La droga o l’alcol non sono una buona fuga, l’arte è quella giusta ed è quella che il protagonista sceglie.»
Attraverso l’arte, almeno per un momento, può essere qualcun altro.
La storia che il regista ha scelto di raccontare è quella di Douglas (interpretato da Caleb Landry Jones), cresciuto con un padre estremamente violento e un fratello complice in tutto e per tutto del genitore.
Un giorno, dopo l’ennesimo scontro a tavola, suo padre gli chiede se ami di più i cani (che l’uomo alleva per i combattimenti) e verso i quali il ragazzo prova un enorme affetto, della sua famiglia. Alla risposta “sì”, la sua reazione è terribile: chiudere il figlio a vivere nella gabbia in cui tiene gli animali.
Lì dentro Douglas rimane fino al giorno in cui il padre gli spara con il fucile dopo aver scoperto che il ragazzo sta cercando di proteggere una cucciolata. La pallottola gli porta via un dito e, di ribalzo, gli si conficca nella spina dorsale, lasciandolo praticamente paralizzato dalla vita in giù.
Solo a quel punto, Douglas, userà i suoi amati cani, ai quali riesce a far fare praticamente ogni cosa, per avvisare la polizia e farsi liberare.
Diventato adulto, Douglas (grazie ai suoi amati e fedeli cani capaci di ogni genere di impresa) si ingegnerà a vivere in un modo “alternativo” (tramite quella che lui definisce “ridistribuzione della ricchezza”). Ma soprattutto troverà finalmente il calore e l’affetto di un gruppo di drag queen nel locale dove anche lui, che da piccolo aveva trovato conforto nella lettura, nel teatro e, in particolare, in Shakespeare, inizia a esibirsi en travesti, imitando alla perfezione icone come Édith Piaf, Marlene Dietrich e Marilyn Monroe.
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