I cani sono animali sociali e, come noi, creano e mantengono legami con gli altri membri del gruppo di cui fanno parte. I vantaggi di vivere insieme possono essere diversi: dalla protezione alla caccia cooperativa fino all’accudimento condiviso dei cuccioli. Condividere spazi e risorse può, però, creare dei conflitti che è bene risolvere prontamente affinché si continui a godere dei benefici della vita in gruppo.
Ma quando si può parlare di riconciliazione?
Si fa riferimento alla riconciliazione quando due animali della stessa specie presentano più comportamenti affiliativi (per esempio si avvicinano l’un l’altro, si leccano, si strofinano le teste a vicenda) dopo il verificarsi di un conflitto che li ha coinvolti direttamente, rispetto a quanto accadeva prima di quel conflitto.
Quindi se tra due cani, dopo un conflitto, si manifesta questo tipo di interazione, “stanno facendo la pace”?
Prima di parlare più nel dettaglio dei cani, prendiamo in considerazione i risultati ottenuti da alcune ricerche condotte sui loro parenti più prossimi: i lupi. Quest’ultimi sono animali con un’elevata socialità e rapporti di convivenza basati sulla cooperazione all’interno del branco. Osservando i comportamenti dei lupi dopo un conflitto è emerso che in questa specie vengono manifestati comportamenti di riconciliazione.
Un simile risultato è emerso anche in un’indagine condotta su cani e pubblicata nel 2020. In questo studio sono stati analizzati i comportamenti manifestati da un gruppo di cani mentre interagivano tra di loro in un parco pubblico. Questo contesto è molto particolare, perché a differenza di quanto osserviamo nel caso di un branco di lupi, le interazioni che si possono osservare sono spesso caratterizzate da ambiguità e da legami non duraturi tra i soggetti coinvolti.
Complessivamente, infatti, abbassare uno stato di tensione in un contesto post conflittuale potrebbe risultare vantaggioso per entrambi gli opponenti. Questo aspetto, secondo alcuni autori, sembra avvalorare la cosiddetta “ipotesi della riduzione dell’incertezza”, secondo cui la riconciliazione avviene quando è probabile che l’attacco verrà ripetuto. Questa situazione di incertezza aumenta la condizione di stress all’interno di un gruppo sociale. Risolvere quel conflitto consentirebbe, dunque, di ridurre la probabilità che lo scontro possa verificarsi nuovamente o che addirittura arrivi a coinvolgere altri soggetti.
In alcuni casi, è proprio l’intervento di un terzo individuo nella fase post conflittuale a ridurre la tensione che si era generata. Come per altre specie animali, anche nei cani sono stati documentati interventi da parte di un altro cane (non coinvolto direttamente nel conflitto), ma dato il ridotto numero di ricerche e di casi analizzati, risultano necessarie ulteriori indagini per chiarire le funzioni e le dinamiche di questo intervento esterno.
Quando parliamo di riconciliazione nei cani c’è un ulteriore aspetto da considerare: le differenze relative all’ecologia sociale rispetto ai lupi.
Questo risultato, in contrasto con gli altri studi sopra citati, evidenzia la necessità di chiarire quali fattori possano modulare la riconciliazione nei cani, tenendo conto dell’influenza che il processo di domesticazione ha avuto sul loro comportamento e quanto la convivenza con noi e il tipo di interazione con gli altri cani possano modificare queste dinamiche sociali.