Immaginate di trovarvi in un gruppo numeroso con altri animali della stessa specie. Avete simili bisogni e davanti a voi c’è un vasto territorio da esplorare. A seconda di dove vi sposterete, potreste trovare cibo oppure un predatore.
Per molte specie animali ottimizzare i benefici di vivere insieme significa anche modificare il proprio comportamento in base a ciò che fanno gli altri e, dunque, decidere di muoversi tutti verso una stessa direzione. Spostarsi in gruppo può essere, infatti, molto vantaggioso per ridurre il rischio di essere predati (per un effetto di diluizione tra gli altri compagni), ma anche per aumentare la probabilità di trovare del cibo o fonti di acqua. Affinché si mantenga la coesione sociale bisogna prendere delle decisioni ed è necessario capire come, dove e quando spostarsi insieme.
Per movimentazione collettiva si intende la decisione di un gruppo di individui di muoversi nello stesso momento e nella stessa direzione. Ciò include diverse fasi che vanno dal momento prima della partenza, al movimento vero e proprio, fino all’unione di tutti i membri del gruppo.
Se da un lato abbiamo animali che accettano la decisione di un soggetto dominante del gruppo, dall’altra ci sono specie in cui tutti i membri del gruppo prendono parte a questa decisione che, dunque, diventa condivisa. In questi casi ci sono delle soglie che definiscono le “regole della scelta”. Per esempio, gli animali decidono di lasciare un luogo quando almeno un terzo del gruppo è favorevole ad andar via.
Dagli insetti ai primati, ci sono esempi affascinanti di come gli animali, osservando il comportamento dei compagni, optano per una scelta e compiono azioni collettive.
In alcuni casi la scelta viene presa in modo democratico: la maggioranza decide.
Una strategia utilizzata da diverse specie è iniziare a produrre delle vocalizzazioni in modo da attirare l’attenzione dei compagni. Altri invece, come macachi e bufali, manifestano i cosiddetti “comportamenti di voto” come alzarsi e ruotare il proprio corpo verso la direzione preferita per il prossimo spostamento. Un modo chiaro per dire agli altri: “Voglio andare da questa parte!”.
La decisione, però, in alcuni casi è influenzata maggiormente da alcuni soggetti e dalle loro caratteristiche, come l’età o lo status sociale, ma anche in base al loro stato riproduttivo: è il caso delle zebre di pianura (Equus quagga). Le femmine di questa specie durante l’allattamento, dato l’aumento dei bisogni fisiologici e la necessità di assumere più calorie, sollecitano frequentemente gli spostamenti del gruppo. Ma non solo, anche gli individui più audaci, attivi e propensi all’esplorazione, possono coinvolgere gli altri compagni a spostarsi, come evidenziato in alcune ricerche condotte su due specie di uccelli: i fringuelli zebrati (Taeniopygia guttata) e le oche facciabianca (Branta leucopsis).
Un caso davvero particolare su come ci si possa mettere d’accordo su dove andare è quello di una specie di canidi selvatici: i licaoni che, per decidere insieme, iniziano a starnutire.
Questi animali si radunano in gruppi molto coesi, ma non tutti i raduni si trasformano in movimentazioni collettive. Affinché ciò avvenga, secondo quanto emerso in uno studio del 2017, sembra che proprio gli starnuti svolgano un ruolo chiave in questo peculiare meccanismo di voto.
Dalle osservazioni condotte, è stato riscontrato che esiste un numero minimo di rapide esalazioni dal naso (degli starnuti appunto) prima di poter partire insieme. La partecipazione dei soggetti dominanti a questo coro di starnuti abbassa il quorum (ovvero il numero minimo di starnuti per poter partire), ma non risulta indispensabile per la buona riuscita della “votazione”.
La presenza di un quorum delle vocalizzazioni che definiscono la scelta di un gruppo è stata documentata anche nelle taccole (Corvus monedula), corvidi che popolano le nostre città. Vi sarà capitato di vederli appollaiati tutti insieme su un albero per alcuni minuti, per poi volare perfettamente sincronizzati verso la stessa direzione.
In una ricerca pubblicata nel 2022, è emerso che il consenso veniva raggiunto grazie alla stimolazione dei richiami di tutti i soggetti, fino al momento in cui si innesca una partenza collettiva.
L’esempio emblematico di quanto possa essere importante decidere insieme è quello delle api. La necessità di stabilirsi in un nuovo alveare richiede un impegno collettivo.
Alcune api, esplorando nuovi siti, riportano l’informazione alle compagne attraverso la caratteristica danza che, mediante specifici movimenti del corpo, comunica esattamente dove si trova quel luogo. È stato osservato che quasi sempre, prima che lo sciame si sposti, anche le altre api uniformano la loro danza alla coreografia relativa al sito migliore: ecco che l’elezione è avvenuta e inizia il trasferimento.
Questo accade, però, dopo un’attenta valutazione di ogni informazione che viene riportata dalle api esploratrici, in modo da scegliere il sito migliore tra quelli proposti. Una riunione condominiale pacifica ed efficace.
Infine, anche con i nostri animali domestici prendiamo delle decisioni insieme. Come abbiamo visto parlando di varie specie animali, anche in questo caso i comportamenti manifestati giocano un ruolo cruciale per comunicare la propria decisione ma anche per cercare di convincere gli altri ad essere seguiti. Cani e gatti, per esempio, si fermano, ci guardano, poi rivolgono lo sguardo verso una direzione e poi tornano a guardare noi. Ci stanno dicendo: “Andiamo lì!”.
In questi casi, pur “parlando” lingue diverse, spesso, riusciamo a capirci e scegliamo di spostarci verso una stessa direzione. Talvolta, è proprio la loro capacità di persuasione che ci porta a scegliere dove andare o cosa fare. Una capacità che cani e gatti hanno perfezionato vivendo con noi e che usano soprattutto (con molta perseveranza) quando vogliono raggiungere qualcosa.