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Venezia79: “Tàr” di Todd Field e il viaggio insidioso di una Cate Blanchett magistrale

Cate Blanchett colpisce ancora. La primissima impressione subito dopo la visione di Tàr, nuovo lungometraggio di Todd Field, è proprio questa.

Cate Blanchett è Lydia Tàr e nessun altro.

Sin dalla prima scena del film, l’idea è quasi quella di star vedendo un documentario.

La Blanchett ha la capacità di annullarsi completamente e di vestire i panni di una determinata e ambiziosa direttrice d’orchestra come non avrebbe potuto fare nessun’altro.

Lydia Tàr non è un personaggio reale, ma per Todd Field è una delle più grandi compositori e direttrici d’orchestra al mondo, la prima donna in assoluto a dirigere la Filarmonica di Berlino.

La protagonista viene introdotta in modo interessante; attraverso un’intervista sulla sua vita e carriera davanti ad un pubblico di appassionati. Un modo per farci immergere direttamente nella vita da celebrità (almeno nel mondo della musica classica) di Lydia Tàr, nel suo percorso che l’ha fatta arrivare sul podio.

Ma dall’intervista si intuisce anche che tipo di persona è Lydia Tàr; una donna risoluta, colta, sicura di sé e consapevole delle proprie capacità.

La compositrice sta lavorando alla registrazione di un’opera con la Filarmonica di Berlino, ma dà anche lezioni alla Julliard, prestigiosissima scuola di musica e spettacolo di New York.

Nella sequenza che mostra una delle sue lezioni nella scuola, viene posta l’eterna questione del se si dovrebbe sempre dividere l’artista dalla propria opera; in (quasi) un monologo di dieci minuti, Lydia Tàr dà del filo da torcere ad uno studente che, per sue personali opinioni (che però non c’entrano nulla con la musica), si rifiuta di suonare o dirigere Bach.

«Il narcisismo delle piccole differenze porta al più noioso dei conformismi», così la compositrice si esprime contro quel ragazzo, accusandolo di avere un’anima plasmata dai social.

Lui prende le sue cose e se ne va, ma non prima di rivolgerle pesanti insulti.

Ma Lydia Tàr non è solita farsi scalfire da queste cose, per cui va avanti con la sua frenetica vita e noi la seguiamo mentre lavora tra New York e Berlino, dove abita con sua moglie e la loro figlia.

Con lei, c’è sempre un’assistente, interpretata da Noémie Merlant (Ritratto di una ragazza in fiamme). Tra le due c’è un certo rapporto affettivo, alle volte equivocabile, e forse basato su segreti che solo loro due custodiscono. Segreti addirittura per la stessa moglie di Lydia, Sharon, che è anche primo violino della Filarmonica diretta dalla protagonista.

Cover Ph: Red Carpet 1 Settembre 2022 | Cate Blanchett ritratta da Ludovica Casula

Lydia è un personaggio che sovrasta tutti gli altri intorno a lei. Ma c’è qualcos’altro che riesce a sovrastare lei stessa. Il passato, dei ricordi e situazioni che la tormentano. Fa sogni strani, opprimenti e che la fanno svegliare di soprassalto. Sente ogni minimo suono e ne cerca la fonte di provenienza.

Si mantiene in forma, fa jogging, pugilato, guida una macchina sportiva, sfrecciando per le strade della città, irrefrenabile.

Solo quando è davanti a un pianoforte ritorna (almeno apparentemente) la calma.

Quello che per gli altri è “rumore”, per lei è musica, ma soprattutto è la sua vita.

Eppure, nonostante la musica sia centrale nel film, questo baricentro sembra essere stato perso dalla stessa Lydia.

Ha troppo a che fare con chi, intorno a lei, vorrebbe il suo posto o almeno quello più vicino possibile. Si dà lei stessa da fare con chi rappresenta una novità nella sua vita, qualcuno che le attira e che, allo stesso tempo, ha un’aria inquietante e misteriosa.

Proprio la nuova, giovanissima, violoncellista della Filarmonica rappresenta un personaggio difficile da inquadrare. Una ragazza russa, molto talentuosa, che sembra volere tutte le attenzioni di Tàr, ma che si rivela piena di segreti.

Gli stessi di cui soffre Lydia e che fanno soffrire il suo matrimonio.

Il nuovo film di Todd Field è un’esplorazione intensa di una donna la quale già possiede il ruolo che di solito viene ricoperto da uomini. Diversi stereotipi che, di solito affibiamo agli uomini (la macchina sportiva, le relazioni fuori dal matrimonio, il desiderio di mantenere il proprio potere), sono qui rivestiti da una Cate Blanchett in giacca e pantaloni.

Dunque, un film che rompe le concezioni su uomini e donne? Non per forza o, per lo meno, non sembra essere questo il focus principale.

Il focus rimane Lydia Tàr, la sua storia e il suo viaggio insidioso, tra serpenti interni ed esterni. Oltre, ovviamente, alla sua storia con la musica che, come tante passioni nella vita, se per un attimo viene dimenticata o persa la vera essenza, ritorna con la forza di ogni primo amore nei momenti più bui.

Tàr riesce nell’impresa di fare immergere completamente in una storia e in un personaggio, per la maggior parte, molto diversi dalle nostre esperienza e da noi stessi. Con uscite brillanti da parte (soprattutto) della protagonista, inquietanti scene oniriche e non e delle sequenze musicali intense ed emozionali.

Todd Field firma un’opera unica e originale che catapulta, nuovamente, Cate Blanchett nell’Olimpo delle attrici eterne.


Cover Ph: Red Carpet 1 Settembre 2022 | Cate Blanchett ritratta da Ludovica Casula

Noemi Chianese
Noemi Chianese si è laureata in Lettere Moderne all’Università di Tor Vergata e frequenta il corso di Media e Comunicazione Digitale all’Università La Sapienza. Con tutta probabilità la passione per il cinema è nata quando era ancora nel grembo materno e, da allora, si è espressa in lunghe file ai red carpet, film fino a tarda notte e poster che tappezzano la sua camera. Il sogno è quello di stare dietro le quinte dove avviene tutta la magia, dove viene soddisfatta ogni curiosità e dove si può trovare il miglior posto in sala.

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