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La “cena perfetta” di Esposito e Scarano: quando amore, crime e buon cibo costruiscono la ricetta vincente

Quali sono gli ingredienti migliori per una cena perfetta? E quali quelli per un film perfetto? Sembrano quasi delle domande esistenziali, di quelle che suscitano tanta curiosità e spingono alla ricerca.

E una bella ricerca l’ha fatta Davide Minnella per il suo nuovo lungometraggio. Il regista ha portato sullo schermo una romantic comedy all’italiana che sa un po’ di film sulla cucina, un po’ di film noir e di tanto romanticismo. Il protagonista è Carmine (Salvatore Esposito) che, rimasto orfano, è stato cresciuto da un boss della camorra. Carmine è però un “camorrista dal cuore d’oro” e dopo aver fallito in uno dei compiti assegnatogli da Pasquale (il boss che l’ha cresciuto), viene mandato a Roma per gestire un ristorante. Quest’ultimo è in realtà una copertura per operazioni di riciclaggio di denaro. Nel ristorante non si cucina veramente, ma semplicemente si riscalda del cibo congelato.

Quando un’inaspettata cliente inizia a lamentarsi del cibo e a minacciare di far chiudere il ristorante, Carmine si incuriosisce e scopre chi è quella donna che sembra tenerci tanto al suo locale.

Così, Carmine conosce Consuelo (Greta Scarano), una chef che era stata proprietaria del ristorante prima di lui, ma che per delle critiche negative ai suoi piatti e per dei debiti che aveva contratto, aveva dovuto vendere il suo amato ristorante.

Carmine capisce di avere di fronte a sé la sua seconda occasione. Assume Consuelo come chef de “Il picchio rosso” e rinnova completamente il ristorante. Questa volta, scegliendo lui cosa farne della sua vita.

Salvatore Esposito, Gianfranco Gallo e Antonio Grosso in una scena de La cena perfetta | Ph. Credits: Chiara Calabrò

Ma un ristorante in cerca di una stella Michelin è costoso e Carmine decide di rischiare e prendere i soldi affidatigli da Pasquale. I debiti aumentano e Carmine dovrà trovare una soluzione prima di essere scoperto. Intanto, tra lui e Consuelo l’intesa cresce fino a quando entrambi capiranno di stare meglio insieme invece che da soli.


Come farà, però, Carmine a mandare avanti il ristorante, il sogno di Consuelo, senza farsi scoprire da Pasquale e senza rivelare a Consuelo di essere, in realtà, un camorrista?

La cena perfetta mescola i cliché romantici che ci piacciono, alla passione per la cucina tipica di noi italiani. Ma soprattutto, lavora sulla memoria e sulla nostalgia.

La nuova pellicola di Minnella ci ricorda il significato e l’unicità di quei piatti che possono essere realizzati solo a casa, magari dalla nonna o dalla mamma. Quei piatti che ci ricordano chi siamo, i bei momenti vissuti e che fanno tornare ad essere un po’ più umani.

Il film funziona anche grazie alla bella chimica tra i due protagonisti. Entrambi portano sulle spalle i passati dei loro personaggi egregiamente. Carmine non ha mai potuto fare una scelta veramente sua e Consuelo ha sempre rinnegato le sue origini a causa del rapporto con i genitori. I due protagonisti, quindi, trovano conforto nella cucina, nell’arte del cucinare e in loro stessi.

Un aspetto interessante del film è il fatto che ad essere chef sia una donna. In conferenza stampa si è parlato di questa differenza che vediamo spesso in tv riguardo chef uomini e chef donne e i loro programmi. Come ha sottolineato il regista, se da una parte programmi come Masterchef o Quattro Ristoranti vedono la figura dello chef come colui che giudica, le donne chef nella tv italiana tendono solo a cucinare in programmi che hanno come target casalinghe.

È, dunque, rinfrescante vedere una donna protagonista e padrona della cucina. Il personaggio di Consuelo (e non solo) è stato soprattutto aiutato dalla chef stellata Cristina Bowerman. Tutti gli attori hanno seguito le direttive della chef nell’arduo compito di “far finta di cucinare”.

Greta Scarano in una scena de La cena perfetta | Ph. Credits: Chiara Calabrò

La cena perfetta coniuga quindi leggerezza, comicità (soprattutto grazie a Gianluca Fru dei The Jackal, anche lui nel cast) e amore, sia tra due persone, sia per il proprio lavoro e il buon cibo.

Anche cucinare è un’arte, così come il fare cinema. Per questo, le due cose si uniscono così bene, soprattutto quando il cibo (e il cinema) sono Made in Italy.

Il film sarà in sala per tre giorni, il 26, 27 e 28 aprile, distribuito da Vision Distribution.

Ph Cover: Salvatore Esposito e Greta Scarano in una scena del film | Ph Credits: Chiara Calabrò

Noemi Chianese
Noemi Chianese si è laureata in Lettere Moderne all’Università di Tor Vergata e frequenta il corso di Media e Comunicazione Digitale all’Università La Sapienza. Con tutta probabilità la passione per il cinema è nata quando era ancora nel grembo materno e, da allora, si è espressa in lunghe file ai red carpet, film fino a tarda notte e poster che tappezzano la sua camera. Il sogno è quello di stare dietro le quinte dove avviene tutta la magia, dove viene soddisfatta ogni curiosità e dove si può trovare il miglior posto in sala.

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