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L’arte è oggettiva o soggettiva?

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La domanda di oggi:

L’arte è soggettiva o oggettiva?

Risposta di Rose Bazzoli, interprete e traduttrice.

arte neon
Photo by Zach Key on Unplash

L’atto creativo è personale, è la manifestazione di qualcosa che l’artista ha dentro e che si estrinseca attraverso il mezzo che padroneggia; pittura, danza, musica, ecc.

Questo, come è stato detto più volte, non avviene dall’oggi al domani. Richiede studio ed esercizio per sviluppare e affinare quello che era forse un talento personale iniziale.

Diciamo dunque che sei pronto: hai studiato i grandi maestri, li hai imitati e adesso hai trovato la tua strada, il tuo stile. Quello che produci ora è sicuramente arte soggettiva, perché stai creando alla tua maniera. È la tua arte e lo è, finché non trovi qualcuno che crede in ciò che fai: un gallerista, un artista conosciuto, un esperto o un mercante del settore.

A quel punto, se questi personaggi decidono che sei originale e vale la pena puntare su di te, la tua arte potrebbe diventare oggettiva. Questo perché ha il riconoscimento di quelli che contano e che la propongono al pubblico.

Oppure, se entri a far parte di una corrente d’avanguardia, potresti partecipare alle loro mostre. Un po’ come fecero gli impressionisti o i futuristi. In questo modo ti fai un nome e ti “oggettivizzi“, perché un pezzetto di te può essere valutato, venduto, appeso a un muro dove può piacere o non piacere.

Per diventare oggettiva, l’arte ha bisogno del riscontro di altri che in essa si riconoscano, in qualche misura.

In effetti, sarà sufficiente che un certo numero di “esperti” del settore la considerino “arte”, perché la massa si senta in obbligo di accettarla a sua volta. Pena: il passare da ignoranti o insensibili.

La Grande Arte è universale e oggettiva, si impone da sé ma c’è in giro un sacco di ciarpame che viene spacciato per arte. Potrà essere interessante dal punto di vista sociologico, al fine di capire il percorso fatto dall’uomo in campo “artistico”, ma, per conto mio, non è Arte.

È improvvisazione, desiderio di stupire, di provocare, è arte velleitaria. Ma non sarà ricordata se non come prodotto paradossale di un periodo difficile della storia umana.

Questo è il mio pensiero, ma so che altri rivendicano il diritto dell’arte di essere soggettiva e quindi insindacabile.

Ci sta, naturalmente. Siamo in democrazia.

Cover Photo by Alina Grubnyak.

Valentina Tosi
Vive a Mountain View (California) dove riveste il ruolo di Head of Community Relations per l’Italia, in Quora. Valentina si è unita all’azienda nell’aprile del 2017 e si è occupata del lancio di Quora in Italiano, dopo aver lavorato a Google come Territory Manager per l’America Latina. Da quando si è trasferita in Silicon Valley, nel 2011, ha rivestito ruoli simili in altre aziende hi-tech. In precedenza ha vissuto a Barcellona, dove ricopriva il ruolo di Country Manager in una start-up del settore software as a service. Laureata in Lingue e Cultura per l’Impresa all’Università di Urbino, è nata e cresciuta a Gatteo Mare, in Romagna.

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