Il 26, 27 e 28 Novembre si è svolto, presso il The Space Cinema Odeon a Milano, il grande Festival di Vanity Fair che unisce e porta sullo stesso palco alcune tra le più grandi personalità della contemporaneità.
Tre giorni di incontri, riflessioni e performance live. Musicisti, registi, attori, sportivi, scrittori e figure chiave della cultura, di tutte le generazioni, tutti gli orientamenti, tutte le identità, tutte le origini, tutti i corpi, hanno scritto una nuova storia.
INSIEME.

Tutti insieme, sullo stesso palco, per scrivere una nuova storia e una nuova Italia.
È stato questo il cuore di Vanity Fair Stories 2021, il festival di Vanity Fair aperto a tutti i lettori e utenti.
Insieme. A new wave of creators.
Ecco il titolo di questa quarta potente edizione che ha fatto da ponte tra le tante personalità della contemporaneità: gli ospiti si sono raccontati in un dialogo intenso e inedito.

Takoua Ben Mohamed, graphic journalist e fumettista, autrice de Il mio migliore amico è fascista, edito da Rizzoli:
«La passione per il fumetto nasce in me fin da quando ero bambina in quanto è stato il mio primo mezzo di comunicazione, ancor prima di imparare la lingua italiana.
Quando sono arrivata in Italia il disegno mi ha salvato la vita!
Quindi l’amore per il fumetto inizia a scuola con le maestre e con i compagni… E poi con il volontariato: a dieci anni ho iniziato a realizzare disegni con storie sui diritti umani.
Disegnavo la mia storia e le storie delle persone che incontravo sulla mia strada. E, a un certo punto della mia vita, ho compreso che il fumetto poteva essere uno strumento di informazione potente in quanto poteva renderla accessibile a tutte le fasce d’età e a tutte le estrazioni culturali.
E questa è stata la decisione più bella che ho preso nella mia vita: fare della scrittura e del disegno il fil rouge di tutto il mio lavoro.

Quando presento il mio nuovo libro alle ragazze e ai ragazzi, resto sorpresa dalla loro reazione!
Nel leggerlo si sono identificati nella protagonista, anche se non sono uguali a lei esteticamente, non hanno le sue stesse appartenenze culturali e religiose.
Tutto questo è splendido in quanto attraverso le esperienze umane scopriamo che siamo più simili di quanto pensiamo!
Io confido veramente nelle nuove generazioni che stanno crescendo adesso: per loro diversità è normalità cosa che noi adulti spesso sottovalutiamo.
Vedere una ragazza con il velo che lavora in una banca dovrebbe essere normale.
Vedere un ragazzo di colore che è il dirigente di un’impresa dovrebbe essere normale.
Mentre per molti adulti è ancora una sorpresa imbattersi in queste realtà!
Il cambiamento nella mentalità comune è in atto però è molto, molto, molto lento e qui in Italia vedo che fa veramente tanta fatica a compiersi!
La rappresentanza della Diversity nel mondo della Moda, del Cinema e del Business è ancora a un primissimo passo.
Sarà un processo molto lungo!
Anche nei film italiani contemporanei, non c’è una reale rappresentanza di italiani meticci, di una seconda o terza generazione, di figli di coppie miste come se quella parte di società venisse completamente eliminata.
La stessa cosa accade nel mondo della letteratura: spesso le nostre storie vengono raccontate da altri. Solamente negli ultimi anni sono emersi autori rappresentanti della Diversity che si raccontano in prima persona al mondo.
Medesima è la storia nelle aziende pubbliche e private, nel giornalismo e nei media in generale.
Non c’è ancora un team formato da Diversity realmente rappresentate.
Siamo (in)visibili.
Dopo 23 anni di vita in Italia, sono diventata cittadina italiana sulla carta solo circa un mese e mezzo fa. A ben 30 anni d’età.
E questo è un fuoco che arde ancora forte dentro di me: io mi sono sempre sentita italiana, anzi di più, romana de Roma, e non mi è mai importato cosa ne pensassero in proposito gli altri.
Ovviamente per me è importante anche essere tunisina (e mantenere questa mia parte d’identità che arricchisce la mia italianità) però la questione della cittadinanza è anche una questione tecnica e burocratica. Tra l’altro nella cittadinanza c’è un fattore discriminante che è lo stato sociale il quale va contro i principi fondamentali della nostra Costituzione.

Senza la Cittadinanza Italiana, molte ragazze e ragazzi che nascono qui, studiano qui, crescono e vivono tutta la loro vita qui e poi si ritrovano, a un certo punto dell’esistenza, a non avere gli stessi diritti dei loro coetanei, gli stessi con i quali sono nati e cresciuti. Per esempio non possono partecipare a concorsi pubblici, non possono diventare giornalisti professionisti, non possono sostenere tantissimi altri esami di stato per accedere ad albi professionali.
La stessa cosa vale nello sport: lo sport che dovrebbe insegnare ad essere più democratici, a sentirsi parte di un qualcosa senza discriminazione o limiti. Senza la Cittadinanza Italiana non puoi entrare a far parte di nessuna nazionale.
A me dispiace vedere che il dibattito politico limita la questione della Cittadinanza a una semplice questione identitaria, vi assicuro che non lo è!
Non ci interessa cosa pensano gli altri di noi! Ma questa è una vera e propria falla di legge.
Non a caso sto lavorando al volume numero due del mio libro (Il mio migliore amico è fascista) poiché la storia (come la nostra battaglia) non è ancora finita…»

Sul palco si sono avvicendati musicisti capaci di abbattere ogni barriera, attori e registi che uniscono orizzonti diversi, sportivi che spingono oltre i confini. E ancora: scrittori, artisti, figure chiave della cultura.
Tutti insieme. In un luogo inclusivo in cui ciascuno è libero di essere se stesso.

Vanity Fair Stories 2021 si è svolto in forma ibrida, con incontri digitali e dal vivo. Oltre alle dirette online, domenica 28 Novembre si poteva anche assistere, ai talk in presenza, che si sono tenuti presso il The Space Cinema Odeon a Milano.

Venerdì 26 Novembre
Per rivedere i video dei talk clicca sui nomi degli ospiti protagonisti:
Ore 14,00: Filippo Scotti «È nata una star»
Ore 14,30: Michela Giraud «Che cosa è (il) successo?»
Ore 15,00: Gianmatteo Manghi «Il digitale che unisce (spiegato bene)»
Ore 15,30: Camihawke, Benedetta De Luca, Alice Mangione, Sofia Viscardi «Parlarne tra amiche»
Ore 16,00: Zerocalcare «L’unica cosa che so fare»
Ore 16,30: Paolo Castiglioni, Francesca Gambacorta, Giovanni Guarnieri «Il latte che non ti aspetti»
Ore 17,00: Diego Passoni, Pietro Turano «Dopo il DDL Zan, il futuro dei diritti LGBTQ+»
Ore 17,30: Meduza «Noi, Ed Sheeran e i miliardi di stream»
Ore 18,00: Isabo, Raissa & Momo «Gen Z, quelli della svolta»
Ore 18,30: Eshkol Nevo, Denise Tantucci «Il consenso è una questione culturale»
Sabato 27 Novembre
Per rivedere i video dei talk clicca sui nomi degli ospiti protagonisti:
Ore 14,00: Chiara Bersani, Virna Toppi «La voce del corpo»
Ore 14,30: Kabir Bedi «C’era una volta Sandokan»
Ore 15,00: Andrea Pinna «Il filtro dell’unicità»
Ore 15,30: Khaby Lame, Giulio D’Antona, Pietro B. Zemelo «Facciamolo!»
Ore 16,00: Nicola Lagioia, Francesco Montanari «Alle radici del male»
Ore 16,40: Mahmood «Non mi innamoro da un sacco»
Ore 17,10: Sara Giacani, Vittoria Tomassini, Eleonora Viaggi «Go social, go green (non è mai troppo presto)»
Ore 17,40: Anna Foglietta, Costanza Quatriglio «Tu la conosci Ilaria?»
Ore 18,10: Takoua Ben Mohamed, Nadeesha Uyangoda «(In)visibili»
Ore 18,40: Virginia Raffaele «La risata, il mio superpotere»
Domenica 28 Novembre
Per rivedere i video dei talk clicca sui nomi degli ospiti protagonisti:
Ore 10,30: Orchestra Esagramma
Ore 11,00: Stefano De Martino
Ore 11,30: Roshelle
Ore 12,00: Alberto Malanchino, Gianmarco Saurino, Pierpaolo Spollon
Ore 12,30: Aka 7even
Ore 13,00: Martina Caironi, Federica Cesarini, Monica Contrafatto, Valentina Rodini (in collegamento), Rachele Somaschini
Ore 13,45: Gabriele Mainetti (in collegamento), Claudio Santamaria
Ore 14,15: Carolina Crescentini (in collegamento), Marina Cuollo, Daniela Scattolin, Virginia Valsecchi
Ore 14,50: Lodo Guenzi, Cristina Fogazzi (L’Estetista Cinica – in collegamento)
Ore 15,20: Ariete
Ore 15,50: Orietta Berti
Ore 16,20: Salmo
Ore 17,00: Samuele Bersani e Ornella Vanoni (in collegamento)
Ore 17,30: Silvia D’Amico, Simone Liberati, Gabriele Muccino
Ore 18,00: I fondatori e Germano Lanzoni de Il Milanese Imbruttito con i registi di Mollo tutto e apro un chiringuito
Ore 18,30: Arisa
Ore 19,00: Miriam Leone
Ore 19,30: Priscilla e Ignazio Moser
Ore 20,00: Dardust

Tra i tanti ospiti interessanti del festival ne ricordiamo alcuni: Kabir Bedi, indimenticabile Sandokan, Chiara Bersani, perfomer che ha fatto del suo corpo fragile un vessillo di forza, Orietta Berti, icona pop della canzone italiana, Stefano De Martino, ballerino e star televisiva. E ancora Nicola Lagioia, scrittore e direttore del Salone del Libro, l’ultimo romanzo La città dei vivi ha vinto il Premio Lattes Grinzane ed è e un podcast di successo, Filippo Scotti, protagonista del film di Paolo Sorrentino È stata la mano di Dio, che rappresenta l’Italia agli Oscar, Nadeesha Uyangoda, autrice del fortunato pamphlet L’unica persona nera nella stanza. Ornella Vanoni, tra le più grandi interpreti della musica italiana e Zerocalcare, fumettista e creatore della serie animata Netflix Strappare lungo i bordi.