Scopriamo insieme un metodo efficace per pubblicare i post su LinkedIn.
Non è scienza né fantascienza…
Ma solo una delle soluzioni possibili per attirare l’attenzione del lettore.
Fare marketing ai pesci rossi
Immagina di dover distribuire il tuo contenuto su tre blocchi:
- incipit
- messaggio
- chiusura.
L’incipit sarà essenziale per catturare l’attenzione del lettore. Ricordati che LinkedIn mostrerà in preview solo le prime due o massimo tre righe di quello che scrivi.
Come ironizza Riccardo Scandellari..
Oggi sono i pesci rossi a prenderci in giro, scherzando tra loro, dicendosi: hai la capacità di attenzione di un essere umano.
Tuttavia devi fare i conti con i pesci rossi, perché la tua efficacia comunicativa consiste nell’ottenere la loro attenzione.
Questo è un motivo sufficiente per creare un incipit a dir poco accattivante! In modo da spingere il nostro interlocutore a cliccare su vedi altro per saperne di più sull’argomento.
L’incipit del tuo post su LinkedIn
Pensa a come tu, per primo, utilizzi LinkedIn, e a cosa ti spinge a proseguire la lettura di un post, cliccando su vedi altro.
- L’incipit sarà di circa 20 / 30 parole, non di più.
- In esso potranno esserci dati dai quali partire, un fatto specifico, un’emozione forte, un luogo, la descrizione di un’immagine o una domanda secca.
- Ciò che funziona meno e che è meglio evitare sono i convenevoli, i giri di parole, le citazioni (se sono le solite già sentite mille volte e banali), i modi di dire abusati, gli hashtag (da evitare come la peste nell’incipit) o i troppi numeri.
Il messaggio del tuo post su LinkedIn
Il secondo blocco sarà dedicato al concetto che desideri veicolare nel tuo contenuto quindi, innanzitutto, domandati:
qual è il senso del mio post?
Perché lo sto pubblicando? A quale categoria di persone mi sto rivolgendo? Quale argomento tratto?
È facile allontanarsi dal nostro focus quindi è meglio evitare troppi passaggi concettuali, limitandosi a uno o massimo a due. Altrimenti il lettore si perde!
In questa sezione centrale puoi proseguire il racconto iniziato nell’incipit: se è arrivato fin qui, il tuo lettore è incuriosito, vuole saperne di più! Assicurati di accompagnare questo slancio…
Visivamente su LinkedIn non abbiamo molti modi per formattare il testo, ma possiamo usare bene lo spazio. Quindi utilizza le spaziature tra i paragrafi, il maiuscolo e il minuscolo e qualche icona per guidare il lettore… Ma senza esagerare!
Evita sia il testo troppo compatto e consecutivo sia l’utilizzo di icone troppo colorate (o troppo numerose) che potrebbero distrarre dal tuo messaggio.
Il lettore deve poter individuare chi parla o scrive, chi sei tu.
Su LinkedIn, questo è abbastanza facile poiché è raro trovare dei profili falsi: mettendoci la faccia puoi conferire umanità a ciò che racconti. Pertanto non limitarti a postare solo impersonali informazioni da Curriculum Vitae: il tuo collegamento dovrà riuscire a crearsi, nella mente, un’immagine di ciò che scrivi.
Al di là del concetto che vuoi trasmettere (sicuramente interessante), devi domandarti se le tue parole riescono a tradursi in un’immagine o se la tua comunicazione è fredda e vuota, come alcune email che ci capita di ricevere.
Il nostro lettore deve essere coinvolto dalle parole che scegliamo di usare.
Come? Inserisci degli elementi che parlino del mondo del tuo interlocutore e dei suoi problemi, evitando di essere troppo vago o generico.
Dovrai lavorare per cercare di ridurre questo rischio, devi cercare di trasmettere sensazioni piacevoli e fare in modo che il tuo interlocutore spenda bene il suo tempo.
Se il tuo lettore percepisce un senso di inutilità, passa oltre al post successivo e non ti legge.
Quante volte, anche tu, scrolli i vari post sui social e magari sbuffi per la noia? Ecco, è proprio questa la situazione da evitare!
Il lettore deve essere rassicurato.
Con i tuoi contenuti social devi offrire un valore.
Ad esempio soluzioni, materiali pratici, tutte quelle cose che inducono il tuo interlocutore a considerarti unico nel tuo ambito.
La sezione centrale del tuo post deve far comprendere al tuo lettore che vale davvero la pena leggerti e seguirti.
Le persone sono su LinkedIn per investire il proprio tempo, quindi tutta la tua comunicazione deve avere un occhio di riguardo proprio in questa direzione.
Se mi fai perdere tempo o non vale la pena leggere quello che scrivi, passo oltre!
La chiusura del tuo post su LinkedIn
La chiusura va curata molto bene: è importante come l’apertura.
In questo spazio devi posizionare una call to action: l’obiettivo è portare l’interlocutore a fare qualcosa di utile per te.
Può essere utile porre una domanda, stimolare alla conversazione o portare ad approfondire un tema.
Deve essere una chiusura che lasci aperto un discorso, altrimenti il post rimane fine a se stesso e diventa una semplice vetrina… E l’algoritmo non darà a questo tipo di post la giusta visibilità.
L’obiettivo è ispirare la condivisione, il confronto e anche il dissenso (se necessario).
Nella parte finale del tuo post potrai inserire anche gli hashtag tematici: servono per entrare nelle cerchie di persone o di argomenti che ti interessano.
Ad esempio puoi usare l’hahstag #illavoroètuo se vuoi entrare nella discussione sul mondo del lavoro post Covid.
Gli hashtag servono invece a generare traffico intorno alle tue pubblicazioni, ai tuoi post e alle tue condivisioni quando scegli di comunicare attraverso i tuoi hashtag personalizzati.
Evita di inserire gli hashtag su ogni parola! Se lo fai il tuo post verrà classificato come spam dall’algoritmo di LinkedIn.
Se vuoi scoprire gli altri segreti e i “trucchi del mestiere” di LinkedIn, leggi l’ebook di Danila Saba o iscriviti al suo prossimo corso on line.