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“Fidanzata in affitto” di Gene Stupnitsky

Jennifer Lawrence si riconferma un’attrice imprevedibile e versatile. Quest’ultima è sicuramente il motivo principale per andare a vedere il nuovo film di Gene Stupnitsky (già autore di alcuni episodi di The Office), Fidanzata in affitto, una commedia americana che si approccia in maniera leggera alla tematica della sessualità e del passaggio dall’adolescenza all’età adulta. 

Protagonista della storia è Maddie (Jennifer Lawrence), una trentenne praticamente al verde, che sul punto di perdere la casa della sua infanzia, decide di rispondere ad un “intrigante” annuncio di lavoro: ricchi genitori iperprotettivi cercano qualcuno con cui far “frequentare” il loro introverso figlio di diciannove anni, Percy, prima che parta per il college. 

Maddie, accettando il lavoro, capirà presto che non sarà un’impresa facile. 

Fidanzata in affitto gioca sul ribaltamento di ruoli tra la generazione dei giovani adulti e quella degli adolescenti di oggi: da una parte, abbiamo una donna disinibita e padrona della sua sessualità, dall’altra un ragazzo timido e introverso, più affine ad un carattere sentimentale. Una situazione classica che fa riferimento alle commedie sexy dei primi anni duemila, come American Pie, popolate da nerd e ragazze inarrivabili. 

Sebbene la pellicola si proponga come una commedia irriverente con buoni spunti di riflessione, gli elementi comici sono messi in ombra dalle scene più spinte e giocate soprattutto con e sul corpo dei protagonisti. Fidanzata in affitto trova il giusto equilibrio fra erotismo, romanticismo, risate e riflessione

Anche se la Lawrence domina sempre la scena con la sua comicità corporale e irriverente, il co-protagonista maschile, Andrew Barth Feldman, è abile a trasmettere l’imbarazzo misto a curiosità tipico delle prime esperienze erotiche e a fare da spalla comica alla sua più celebre collega. 

Fra equivoci, rivelazioni, ribaltamenti di ruoli e svolte abbastanza prevedibili, si arriva a un epilogo sorprendentemente riuscito, che pur facendo emergere una morale definita riesce ad evitare la solita retorica e il finto buonismo. 

Ludovica Casula
Ludovica Casula si è laureata in "Didattica e Comunicazione dell’Arte" presso l’Accademia di Belle Arti di Roma e ha frequentato la Magistrale di "Teatro, Cinema, Danza e Arti Digitali" presso l'Università, La Sapienza. Inoltre, ha frequentato il corso di specializzazione in "Fashion Photography" presso lo IED, con sede a Roma. Fin da piccola coltiva la passione per le arti, in particolare per il cinema e la fotografia. Affascinata da tutti gli ambiti che abbiano a che fare con il “dietro le quinte” del cinema, dopo varie esperienze lavorative e non, ha aperto la sua rubrica “Onefilm.Oneday” attraverso la quale commenta e consiglia film per avvicinare le persone alla settima arte. Inoltre, durante i suoi viaggi, realizza reportage fotografici personali in linea con lo stile prediletto, la Street Photography. Successivamente, si è appassionata di ritratti fotografici di impronta artista, alla cui base ci sono le esperienze maturate con lo studio, di cui ne fa il proprio lavoro. Altri interessi pregnanti sono la letteratura e la musica, che vengono proposti sui suoi profili social.

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