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“Dune” – Parte 1

Ok, va bene. Lo ammetto. Amo in modo incondizionato la versione di Dune di David Lynch del 1984, con tutti i suoi difetti ed i suoi eccessi. Prendete quindi quello che sto per scrivere tenendo presente questo fatto.

 

Sono entrato in sala con tutte le cautele del caso: Green Pass, assenza di lettura del libro, mancato rewatch del film suddetto, senza aver letto niente dagli articoli di giornale già scritti e meno che mai i “rumors”.

 

E sono entrato, però, con un preconcetto nel cuore che batteva al ritmo di: “Perché cavolo devono fare questi continui reboot di vecchi film che ho amato a tal punto da rischiare di
diventare un boomer ad honorem?”.

 

Poi il film è cominciato e nelle due ore e mezza di proiezione, nella continua successione di immagini panoramiche dei pianeti, nel susseguirsi incessante degli effetti speciali… Beh, non sono riuscito a sentir scorrere il tempo.

Sorpreso e silenzioso mi sono diretto verso l’uscita con un solo pensiero: quando uscirà la seconda parte?

 

Il Dune di Denis Villeneuve è decisamente diverso dal film di Lynch per quanto riguarda praticamente tutto: a cominciare dal budget (165 milioni di $ contro i 45 milioni di $), dalla qualità degli effetti, fino alla scelta estetica dei personaggi e della costruzione delle emozioni trasmesse al pubblico.

 

Questo è il motivo per cui sono imparagonabili: Lynch, come sua abitudine, usa una etica/estetica nei suoi attori/marionette mentre Villeneuve per evocare l’etica dei personaggi si basa solo ed esclusivamente (come insegnano a scuola di cinema) sull’azione e sulla mimica.

 

 

 

Come paragonare questi due modi così diversi di cinema?
Semplicemente non si può.

 

Benché non abbia apprezzato particolarmente Blade Runner 2049 troppo “patinato e compiacente”, per quanto riguarda Dune, invece, posso senz’altro esprimere un pensiero positivo.

 

C’è una sola cosa che manca in questo film: la sporcizia. Avete capito cosa intendo?

 

Nel complesso Villeneuve sta a Lynch ed a Ridley Scott come i film Western americani stanno ai film di Sergio Leone. Belli, ma dov’è lo sporco? La puzza? Il fetore che mi fa sentire dentro il film e non davanti al film?

 

Ciò non di meno, Il Dune di Villeneuve è un bel film che scorre, incuriosisce, affabula nelle sue poche battute e nei suoi tanti suoni e merita i soldi del biglietto.

 

Buona visione!

 

 

 

 

Photo Credit: Courtesy of Warner Bros. Pictures and Legendary Pictures | Timothée Chalamet as Paul Atreides and Zendaya as Chani in Warner Bros. Pictures’ and Legendary Pictures’ action adventure “DUNE,” a Warner Bros. Pictures and Legendary release | Copyright: © 2020 Warner Bros. Entertainment Inc. All Rights Reserved.

 

 

Edoardo Montanari
Sceneggiatore di documentari, narratore e autore nel senso più ampio del termine: ho adottato Hayao Miyazaki come padre putativo dal giorno in cui ho visto "La città incantata" e tutte le puntate di "Conan il ragazzo del futuro". Giornalista dal 2015, scrivo per diverse testate online (Puntatona.it e Cinemamente.com) e cartacee (Mzk News) come esperto di cinema e scrittura. Sono un sostenitore della dottrina Zen. Il mio motto è: «Se puoi pensarlo e capirlo, puoi scriverlo».

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